martedì 28 aprile 2020

Vino (300) - MASOTTINA “MONTESCO” 2010

Azienda: Masottina S.p.a. - Conegliano  TV
Denominazione: Colli di Conegliano D.O.C.G.
Vitigno :  Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Marzemino (piccola parte)
Gradazione : 13,5 %Vol



Una importante bottiglia Veneta che faccio entrare con piacere nella mia galleria di degustazioni AL NUMERO 300!!
in sintesi un "Taglio Veneto" di indubbio fascino e di giusta annata. Nel 2010 in Veneto l'andamento meteorologico non troppo favorevole delle settimane clou della vendemmia ha di fatto leggermente ridimensionato i valori quantitativi. Non quelli qualitativi che posizionano la vendemmia 2010 su buoni livelli. Fattore che si sente tutto in questo concentratissimo Rosso dei Colli di Conegliano D.O.C.G., che si è presentato con un rubino profondo, ricco di morbidezza visiva e solo con qualche evanescente cenno aranciato sui bordi dell'ovale. 



Un profumo ricco e "multidimensionale" che ha spaziato da mora, prugna e ciliegia, sino a spezie dolci, cuoio, humus, con un fondo di mineralità completamente espresso. Tannini oramai vellutati con una bocca decisamente speziata di cannella e noce moscata dove il legno finale ha donato equilibrio e personalità, finale decisamente persistente che ritrova la mineralità intuita al naso.


Abbinamento d'eccezione con una "Braciolona col Manico" tirata al forno "come si faceva una volta": nulla a che vedere con le lunghissime e prestigiose cotture "a bassa temperatura" ma decisamente fuori "Pairing" con un vino concentrato come questo. Dunque pienezza gustativa del maiale in perfetta armonia con la struttura del  vino, morbidezze (date prevalentemente dal Merlot) con le magiche tendenze amarognole dalla lunga cottura in forno, morbidi tannini rispettosi delle contenute untuosità: di più cosa volete... 




20 Aprile 2020, in piena "Clausura COVID-19" tranquillamente in famiglia.

lunedì 27 aprile 2020

(85) - CUCINA: TORTA BAROZZI PIU'

Ho progettato un grosso intervento immobiliare a Vignola MO una decina di anni fa, ed ho incontrato in quella occasione questa classica torta orgoglio della città. "Barozzi più" perché nella mia versione ho aggiunto il Burro di Arachidi che, a mio parere, migliora la ricetta originale che prevede solo arachidi macinate. Comunque la mia è.... 



Ingredienti "Torta Barozzi Più" (4÷6 persone)

250 gr di Cioccolato Fondente
80 gr di Burro
100 gr di Farina di Mandorle
1 cucchiaio di Caffè Macinato
1 cucchiaio di Burro di Arachidi
4 Uova
150 gr di Zucchero
1 bicchierino di Rum
Un pò di Sale per montare gli Albumi



Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e quando è sciolto aggiungere il burro a piccoli pezzi, per evitare che si separi. Quando il tutto è ben amalgamato aggiungere la polvere di caffè e poi il burro di arachidi, fare intiepidire.


Montare neve ferma gli albumi con un pò di sale e tenere in frigo.
Sbattere i tuorli con lo zucchero sino a che diventano bianchi, aggiungere la farina di mandorle ed il bicchierino di Rum.



Aggiungere ora il composto di cioccolato ed amalgamare ben bene.
Incorporare delicatamente gli albumi montati con il solito movimento dal basso verso l'alto.



Trasferire l'impasto in una teglia da forno imburrata ed infarinata, mettere in forno a 180° x 20÷25 minuti.


Lasciare raffreddare in forno spento e, prima di servire, spolverare con zucchero a velo. 




Food pairing particolare per la "Barozzi Più", il famoso (VA09)  Vermouth del Professore (Rosso), una vera chicca. Prodotto dalla Antica Distilleria Quaglia di Castelnuovo Don Bosco, nell'Astigiano, da vini italiani aromatizzati e "passati" per 6 mesi in piccole botti di rovere, mantiene una struttura ed una aromaticità che non "sfigura" con la notevolissima struttura del dolce data dal Cioccolato, dalle Mandorle e dal Burro di Arachide. Le suggestioni orientaleggianti del Vermouth, la sua concentrazione di profumi, la non banale credibilità tannica formano, con la torta, un tutt'uno esaltante di Spezie, Cioccolato ed Armonia!!   



26 Aprile 2020, "Coronavirus captivity" in famiglia!!

sabato 25 aprile 2020

(84) - CUCINA : FRUTTI DI MARE GRATINATI (a modo mio)

Vi presento tre ricette per gratinare Cozze, Cappelunghe e Cappesante, "rigorosamente congelate", ovvio al "Tempo di Coronavirus". Le ricette sono effettivamente di mia creazione anche se, in questo campo, oramai non si inventa nulla e una qualche possibilità che le abbiate già viste non è completamente da scartare. Un magnifico vino in accompagnamento: Châteauneuf-du-Pape Blanc 2015 di Château Mont-Redon, acquistato nel 2017 in loco non avrei avuto miglior occasione per aprire questa bottiglia.   




Dopo aver pulito i frutti di mare ho creato le farce in questo modo:

- COZZE
Tritare finemente Sedano, Carota e Scalogno, nelle giuste proporzioni, e farle appassire in una padella con un pò d'olio ed uno spicchio d'aglio schiacciato. Aggiungere, fuori dal fuoco, del pane grattugiato mescolato con del prezzemolo fresco tritato ed un pò di formaggio grana, ricavare così un ripieno. Riempire le mezze cozze con la farcia e finire, prima della gratinata, con un filo di olio evo.



- CAPPELUNGHE
Lo sappiamo tutti il problema in questo caso è la sabbia. problema eliminato completamente con una pulizia accurata eliminando tutte le parti nere, tritare poi la polpa ottenuta con  poca passata di pomodoro, basilico, prezzemolo e salsa Worcester. I puristi non me ne vogliano, si tratta di frutti di mare surgelati!!
Aggiungere al composto del pane grattugiato, un pò di grana e ricostruire i molluschi entro la sua "cappa" tenuta da parte e ben lavata. Un filo d'olio prime della gratinatura.



- CAPPESANTE
Nella mezza concilia mettere un cucchiaino di Brandy, due cucchiaini di Salsa di Soia, due cucchiaini di olio evo e finire in superficie con abbondante miscela di pane grattugiato e grana. Ancora un pò d'olio in superficie prima di infornare.



Mettere in forno basso, diciamo a 160°, per una decina di minuti, e poi fare gratinare alla max potenza per 3÷4 minuti. Vi garantisco una meraviglia!


Vino in abbinamento: 

Vino (303) :  Châteauneuf du Pape Blanc 2015

Domaine : Château Mont-Redon - Châteauneuf-du-Pape, Francia
Appellation : Châteauneuf-du-Pape AOC
Cépages : Grenache, Clairette, Bourboulenc, Roussanne, Picpoul   
Alcol: 13,5 % Vol. 



Questo Châteauneuf du Pape Blanc 2015 viene prodotto da un assemblaggio di 5 vitigni: Grenache, Clairette, Bourboulenc, Roussanne, Picpoul. Da colore oro pallido con nuance verdi, si esprime al naso con aromi penetranti e concentrati di agrumi e frutta gialla evoluta uniti a sentori di minerali gessosi, iodio e gelsomino. Importante e profondamente concentrato in bocca, offre un gustativo fruttato e nel contempo minerale. Precisi i ricordi di lime, pera e mela verde, mentre leggeri sono gli accenti vegetali di finocchio, caprifoglio con chiusura iodata e leggero idrocarburo, che si incrementerà con l'invecchiamento. Nulla da invidiare ad un grande Chablis, forse più immediato e meno austero. Abbinamento di estrema piacevolezza con i frutti di mare gratinati che anno beneficiato del suo ampio spettro aromatico e del fresco ed importante corpo fruttato. 




24 Aprile 2020, "Gratinati Coronavirus" rigorosamente congelati, ovviamente in famiglia.


F(29) : DEGUSTAZIONE FORMAGGI MERCATO "CORONAVIRUS" 21.04.2020

Alcuni Formaggi acquistati al rinato mercato di Rovigo il 21.04.2020 in piena emergenza "Coronavirus".

In ordine di degustazione abbiamo assaggiato:

1 - TALEGGIO CADEMARTORI
E' un formaggio grasso e cremoso, fondente, ottenuto da latte vaccino intero. La pasta è bianco paglierino con qualche piccola occhiatura, la crosta fine, rugosa, rossastra indicatore del trattamento di stagionatura che si protrae per più di 40 giorni. Durante questo periodo' dopo le prime due settimane, la superficie viene trattata con un panno imbevuto di acqua e sale per pulire le muffe che si sono formate. Ripetendo l'operazione varie volte la crosta assume la tipica colorazione giallo-rossastra. Il nostro presentava un penetrante aroma caratteristico, in bocca grasso, sapido, fondente, invadeva piacevolmente il palato con note lievemente acidule e ricordi di muffe verso ricordi tartufati. Un prodotto di grande pregio.  

Taleggio Cademartori


2 - PUZZONE DI MOENA 
E' un formaggio da latte vaccino a pasta semidura, ottenuto solamente nelle Valli di Fiemme e di Fassa con riferimento alla città di Predazzo. Viene maturato attorno a 5 mesi con una stagionatura che prevede, dopo la prima salatura in salamoia, un governo con acqua salata tiepida 1 o 2 volte la settimana. Il nome ladino Spretz Saori (Formaggio Saporito) e dunque un formaggio a "crosta lavata" appunto con pasta semidura che lo distingue nettamente dai cugini francesi, più morbidi, quali il Munster e L'Epoisse. Il nostro presentava una crosta sottile color giallo carico, quasi marrone, evanescente occhiatura e un profumo decisamente intenso. In bocca dolce, avvolgente, intenso di pascolo e erbe aromatiche, pasta subito fondente e cremosa, assolutamente appagante.

Puzzone di Moena


3 - PECORINO DI PIENZA DOP 
Prodotto con latte ovino intero e crudo, viene prodotto trattando le forme fresche con olio e salsa di pomodoro che conferisce alla crosta il caratteristico colore bruno rossastro. Caratteristico del formaggio è l'impiego di caglio vegetale, di cardo, che conferisce al formaggio una caratteristica nota dolce-amara. Il nostro presentava una crosta appunto rossastra, con una pasta compatta ed elastica di colore giallo tenue a contatto della crosta e avorio nel resto . La stagionatura sembrava dell'ordine 3 mesi in grado di fare apprezzare un naso importante anche di erbe aromatiche. Il sapore era decisamente intenso ma con note di morbidezza gustativa, dolci e vegetali. Una fama decisamente meritata.

Pecorino di Pienza DOP


4 - MARZOLINO DI PECORA
La produzione di questo formaggio toscano inizia generalmente in marzo, da cui il nome, è un formaggio da latte ovino intero, con salatura solo secco, governo di una settimana, nella quale viene continuamente girato e lavato. E' pronto quindi per la stagionatura, il nostro presentava una probabile maturazione di 3÷4 mesi. Crosta sottile rossiccia, la pasta si presentava leggermente granulosa di color bianco con tendenza al paglierino.  Un naso importante dal quale traspare la nota data dal caglio vegetale, forse con succo del fiore di carciofo; sapore pieno e sapido, quasi piccante, ha impegnato la bocca in una lunga persistenza su note sapide.

Marzolino di Pecora


5 - FORMAGGIO UBRIACON (Provincia di Treviso) 
Formaggio da latte vaccino, che dopo salagione mista, ad umido ed a secco, viene messo per alcuni giorni in vinacce fresche di Raboso o simili, e maturato poi per qualche mese. Il nostro presentava una crosta consistente di color vinaccia, pasta compatta giallo paglierino intenso, con un bellissimo "naso" ancora lattico e ricordi di fermentazione. In bocca decisamente aromatico, dolce-piccante, piacevolmente vinoso, ha donato sensazioni gustative complesse ed inimitabili.

Formaggio Ubriacon


6 - PECORINO SARDO (MEZZA STAGIONATURA)
Le tipologie di questo formaggio, da latte ovino e caglio di vitello, sono due, il tipo Dolce ed il tipo Maturo. Il nostro, del secondo tipo, presentava crosta rugosa, consistente, di color bruno. Pasta giallo paglierino carico con piccola e rara occhiatura, leggermente granulosa di media consistenza. Al naso, importante, aromatico, caratteristico di erbe ed ovino. In bocca deciso, gradevole, di media piccantezza che lascia intuire appieno il gusto fondamentale di umani, in un finale gradevolmente amaro. Un formaggio importante in chiusura.   

Pecorino Sardo


VINO IN ABBINAMENTO



Gran bel abbinamento con un Brunello di Montalcino di buon corpo. Infatti il BRUNELLO DI MONTALCINO TENUTA CAPARZO 2006, già maturo, con morbidezze e tannini rotondi, ha dato vita ad una importante simbiosi con i formaggi. Buon accordo anche con i primi serviti in virtù della citata morbidezza, si è espresso al meglio con i due finali, Ubriacon e Pecorino Sardo, in virtù della decisa struttura ed importante persistenza che, in concordanza, ha abbracciato le non banali sensazioni di maturità espresse dai formaggi. 



21 Aprile 2020, degustazione: "Quarantena" in famiglia.


sabato 18 aprile 2020

Vino (299) - PINOT NERO 2014 VIGNALTA

Cantina : Soc. Agr. Vignalta s.s. - Arquà Petrarca - PD 
Tipologia : IGT Veneto  
Vitigno : 100 % Pinot Nero
Alcol: 13,0% Vol.
Note: Vinificazione a grappolo intero "Stile Borgogna"




Come riportato nelle note la vinificazione, questo "importante" vino viene prodotto con una tecnica molto praticata in Borgogna, patria mondiale del Pinot Nero, la fermentazione a grappolo intero. E' un tipo di fermentazione che prevede che i grappoli interi ed i raspi fermentino assieme; questo può avere successo quando le uve sono molto concentrate e mature, altrimenti i raspi danno troppe note vegetali, che nel nostro caso, invece, sono piacevolmente equilibrate e danno al vino un lungo potenziale di invecchiamento.
Avevo posto in fondo alla cantina queste bottiglie, appunto per lasciarle "invecchiare", pensavo adesso che sei anni fosse un giusto lasso di tempo ed ho sbagliato: a mio parere troveremo spettacolare questo vino fra almeno altri sei anni.


Ancor "giovane" quindi, fresco e fruttato al naso esprime quello che ci si aspetta sempre da un Pinot Nero : la finezza. Ma andiamo con ordine l'aspetto è delizioso e presenta un limpido colore rosso rubino, luminoso. Al naso si esprime con profumi freschi ma evoluti di piccoli frutti scuri, di spezie orientali, di caffè e di cioccolato fondente, con una grande nota minerale. In bocca presenta ancora finezza e grande eleganza, tannini setosi con magnifica spalla acida e minerale, si distende poi con armonia su note di liquirizia e di frutti rossi. Finale decisamente persistente.


Una gran bella bottiglia che ho aperto nella particolare Pasqua 2020 (Coronavirus). Abbinata con una classica "Bondola Polesana", ne ha magicamente accompagnato la notevole ed intrigante struttura, con sorso pulito ed appagante derivato dalla ancora "fresca struttura"... vedremo in seguito l'evolversi di questo vino!! 

  
12 Aprile 2020, Pasqua, "recluso" in casa a con la famiglia.

giovedì 16 aprile 2020

(83) - CUCINA : POLLO ALLE MANDORLE (Ricetta Classica)

Ancora "Tempo di Coronavirus", oramai stanco della "clausura" rispolvero un classico della cucina cinese, ricetta arcinota, che ogni tanto mi diletto a preparare certo di un "RISULTATO ASSICURATO". 


Ingredienti (5÷6 persone)
- Petto di Pollo 600 gr
- Farina q.b.
- Zenzero grattugiato 20 gr
- 1 Scalogno medio
- 2÷3 spicchi di Aglio
- Mandorle pelate 150 gr
- Salsa di Soia 6 cucchiai
- Sale (forse)
- Olio Evo 3÷4 cucchiai
- Acqua o Brodo leggero 200 cl

INGREDIENTI


PREPARO LE MANDORLE

Fare andare nell'olio lo Scalogno, l'Aglio e lo Zenzero, aggiungendo quasi subito anche qualche cucchiaio di acqua per stufare ben bene senza bruciare. Infarinare il pollo a tocchetti ed eliminare l'eccesso di farina con un passino. 



Aggiungerli al soffritto e fare stufare a fuoco basso sino ad una certo grado di cottura (crosticina), versare la Salsa di Soia e mescolare ben bene, aggiungere poi la rimanente acqua ed arrivare a cottura del pollo (7÷8 minuti). Aggiungere le mandorle, tostate precedentemente in una padella a fuoco vivo, mescolare il tutto per 2÷3 minuti e servire caldissimo.




Ho accompagnato il Pollo alle Mandorle con del Porro stufato e delle Zucchine in padella con pomodorini.
Ed è proprio la complessità del piatto, unita alla particolare speziatura che mi ha  condotto, nel food pairing, a scegliere un rosato semplice (non banale però), come il Cerasuolo d'Abruzzo di Valdanna. Fresche note fruttate, giusta morbidezza, per un equilibrio che non prevarica le "magiche tendenze" dolci-amare del piatto.    



15 Aprile 2020, "Prigioniero" in Via X Luglio a Rovigo, con la famiglia.

lunedì 13 aprile 2020

(82) - CUCINA : ZUPPA "PASQUARANTENA" 2020

Per una Pasquetta senz'altro "non tradizionale" (Coronavirus), una ricetta altrettanto "non tradizionale" ... mi sembrava d'obbligo!!
Una zuppa mutuata dalla Cucina Giapponese con varianti (Porcini secchi e Porro), diciamo "Polesani", con un risultato gastronomico sorprendente per bontà e fascino.
Abbinamento con un fuoriclasse della enologia mondiale, uno Château Chalon 2008, magico vino sotto "Voile", che per alcol e struttura ossidata ha saputo fondersi perfettamente con l'esotica succulenza della zuppa. 



NB: Nome mutuato dal motivetto omonimo "Pasquarantena" che sta spopolando sul Web.   

Ingredienti (4÷5 persone)
- 120 gr funghi porcini secchi
- 300 gr maiale magro (es: lonza)
- 80 gr spinaci freschi
- 150 gr porro fresco
- 1,5 litri di Brodo
- alcune rondelle di zenzero fresco
- 5 cucchiai di salsa di soia
- sale se necessario



Mettere a bagno i funghi secchi in poca acqua tiepida per qualche minuto, strizzarli e tritarli in maniera grossolana. Pulire il maiale da eventuale grasso e tagliarlo a cubetti. Lavare gli spinaci e i porri e tagliarli a grossi pezzi. Portare a bollore il brodo e aggiungere in ordine i funghi, la carne, gli spinaci ed i porri. 



Dopo qualche minuto aggiungere la salsa di soia e a metà cottura aggiungere lo zenzero tagliato a rondelle sottili. Cuocere la zuppa a casseruola coperta per circa un'ora e servire caldissima.


Vi garantisco il risultato per un piatto unico, sfizioso ed inusuale, che può essere anche accompagnato da bastoncini di pane fritto o simili.


13 Aprile 2020, PASQUARANTENA 2020, Via X Luglio, Rovigo in famiglia.

lunedì 6 aprile 2020

(81) - CUCINA : PIZZA IN CASA

Al famoso "Tempo del Coronavirus", segregati (giustamente) in casa, per passare il tempo e non pensare, una delle attività preferite e quella della cucina. Mi scuso di postare una preparazione arcinota ma portate pazienza, lo sviluppo fotografico e le dosi potrebbero comunque essere (spero) di un certo interesse!




Ingredienti 
600 gr farina tipi "0", più un pò per stendere la pasta.
40 gr di lievito di birra
400 dl di acqua tiepida (circa 20÷25°) 
sale fino
Olio evo (3÷4 cucchiai) 




Mettere il lievito di birra in una scodella, sbriciolatelo con le dita e stemperatelo in circa 100 cl di acqua tiepida.
Setacciare la farina sul tavolo di lavoro (meglio se di marmo), formare un incavo e mettere 1÷2 cucchiai di olio ed il sale. Aggiungere il lievito. Lavorare con i rebbi di una forchetta e, piano piano, aggiungere l'acqua rimanente. Ottenuto un impasto omogeneo lavorarlo con le mani, infarinando il contatto con il piano di lavoro, tirando ed allungando la pasta, poi ripiegandola a palla per poi continuare nello stesso modo la lavorazione. 





Ottenuta una consistenza soda ed elastica, mettere il panetto di pasta in una terrina, fare in superficie un taglio a croce e coprire il recipiente con un canovaccio. Porre il tutto in un ambiente tiepido e termicamente stabile e fare lievitare per circa 3 ore, sino al raddoppio, o più, del volume.  
Ungere una teglia da forno con un velo d'olio, adagiare la pasta al centro e premendola con le dita allargarla sino a ricoprire tutta la superficie della teglia. La pasta è pronta per essere utilizzata.






In questo 04 Aprile 2020, come ricordato "in prigione" abbiamo ricavato dalla pasta due pizze, con ingredienti "di recupero" le abbiamo così farcite:

- Pizza 1: 4 formaggi con Mozzarella, Asiago fresco "Buccianera", Emmentaller AOP e Gruyére AOP, completati con zucchine stufate al tegame.

- Pizza 2: Salamino piccante, Prosciutto cotto e Mozzarella (metà pizza).

- Pizza 3: Prosciutto Crudo , Pancetta al pepe, Funghi chiodini, Mozzarella (metà pizza).




Ovviamente "NULLA DI CHE"; due parole sulla passata di pomodoro impiegata, che è stata prima scaldata in tegame con olio, sale, pepe, origano secco e fresco, Salsa Worcester, sino ad ottenere un salsa, diciamo "più evoluta". La stessa è stata stesa velo sulla base, e si è quindi eseguita una prima cottura a 200° x 10 minuti. la base semicotta è stata quindi farcita con gli ingredienti ricordati e la cottura è stata terminata con ulteriori 20 minuti a 180°.   


04 Aprile 2020, Tempo di Coronavirus ➨ in casa!!

sabato 4 aprile 2020

Vino (298) : NASCETTA 2018 TERRE DEL BAROLO

Cantina :  Cantina terre del Barolo - Castiglione Falletto CN
Denominazione :  DOC Langhe
Vitigno : 100% Nascetta 
Alcol: 13,0% Vol.



Il Nascetta è un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato sulle colline della Langa e del Roero, nel sud del Piemonte. Un vitigno per lungo tempo dimenticato, relegato a pochi e sparuti filari, quasi estinto: un vero e proprio reperto enologico che solo la lungimiranza di alcuni produttori, fra cui Elvio Cogno famoso viticoltore in Novello CN, hanno saputo salvare dall’estinzione. Nel 2002 la Nascetta entra a far parte della DOC “Langhe” ed ora considerato, forse il migliore, fra i grandi bianchi delle Langhe.
Il nostro si presentava di un luminoso giallo paglierino, consistente ed importante nel bicchiere.


Al naso presentava ottima intensità, quasi aromatico, con precise note floreali ed agrumate; fra gli altri descrittori si sono riconosciuti sia la frutta tropicale che la pesca gialla in un contesto di buona mineralità. 
In bocca nel contempo fresco e sapido con sentori di erbe aromatiche, ed ancora frutta gialla evoluta. Un lungo finale di sapidità si sposava con una persistenza agrumata di grande piacevolezza.
Bottiglia fresca e minerale scelta appunto per l'abbinamento con un prestigioso baccalà mantecato di rara bontà. Le sue note grasse e persistenti hanno trovato, nelle freschezza e nella mineralità del vino, giusto e piacevole contrappunto verso un deciso piacere gustativo.


   
03 Aprile 2020, Via X Luglio a Rovigo, tempo di Coronavirus, in famiglia.

Vino (297) : MAVRUD 2017 KATARZYNA

Cantina :  Katarzyna Estate - Svilengrad, Tracia BULGARIA 
Denominazione :  DOP Thracian Valley
Vitigno : 100% Mavrud
Alcol: 14,5% Vol.
Note: vino acquistato in Tracia da Matteo, nell'estate 2019



Uno dei vitigno autoctono principali e più caratteritici della Bulgaria, il Mavrud deriva il suo nome dal termine greco Mavrò, ossia Nero, e, scuro ed intenso, è appunto il colore del vino che se ne ricava. E' un vitigno antico, che ha bisogno di un clima  possibilmente caldo ed è per questo che viene coltivato, da sempre, nella regione più sud-orientale della Bulgaria, la Tracia, non lontano dai confini greco e turco. La tenuta Katarzyna si trova appunto in questa zona vinicola molto vocata, ed è una delle più prestigiose e premiate della nazione.
Il vino in degustazione si presenta di un colore rosso profondo con riflessi violacei, consistente, presenta archetti numerosi e ravvicinati che denotano appunto il grande grado alcolico. 


Al naso un'esplosione di frutti rossi e neri, spezie nobili e vaniglia, che testimonia un significativo passaggio in barrique. Intenso e persistente, per diluizione, presenta decise note di marmellata di more.
In bocca è succoso, elegante ed equilibrato, corrisponde perfettamente al complesso corredo olfattivo, con un'alcolicità ben integrata nella potente struttura del vino, di grande persistenza, chiude con note fruttate e lievemente minerali.


Un gran bel vino, ma il meglio doveva ancora venire. Abbinato a formaggi tendenzialmente "dolci" ed a pasta compatta quali Asiago Buccianera, Caciocavallo Bucato, Emmentaller AOP e Gruyére AOP, ne ha esaltato i profondi aromi di bocca in un complesso gustativo emozionate. Alla fine anche con il Gorgonzola, del tipo dolce, non ha pagato dazio, integrando la morbida struttura del formaggio con la sua opulenza gustativa ed aromatica. Una gran bella serata con i formaggi della Gastronomia Fratelli PIVA in Rovigo.   


02 Aprile 2020, via X Luglio, Rovigo, in famiglia