lunedì 26 dicembre 2016

Vino (182) - ALPEREGIS PAS DOSE’ 2009 ROTARI

Produttore: Nosio spa - Mezzacorona TN 
Denominazione: Trento DOC
Vitigni: Chardonnay 100% (cuvée)
Grado alcolico: circa 13,0°   
Sboccatura: Primavera 2015



Un “blanc de blancs” (ovviamente da sole uve Chardonnay) che rappresenta il prodotto di punta di questo produttore proprietario di vigneti collinari che si affacciano sulla Piana Rotaliana. È un prodotto che ricerca la piena armonia verso limiti di morbidezza, sia con raccolta delle uve non anticipata, sia con lo sviluppo completo della malolattica e sino a vini base di controllata acidità ma di decisa fragranza.
Ne esce un gran bel prodotto, con base ottenuta da una equilibrata ed aromatica cuvée, alla quale sono aggiunti lieviti selezionati in un “tirage” indirizzato appunto verso la cessione delle mannoproteine con conseguente aumento della sensazione di corpo del vino.
Splendida veste con grana fine di lunga persistenza su una veste giallo paglierino con nuance dorate, brillante. 


Impatto olfattivo con fondo floreale di acacia e tiglio con un crescendo di note fruttate complesse con albicocca, mela gialla e pesca con via via un tocco preciso di nocciola e frutta secca.
Grande coerenza in bocca con un sorso intrigante di regolata freschezza, profondo e morbido con un ritorno sapido e fruttato. Ben riconoscibili le note vanigliate e di erbe aromatiche.
Affinamento di 60 mesi sui lieviti, tempo assolutamente ben speso!!


Festività 2016, osato su una pizza bufala, capperi ed acciughe, ne abbiamo in tal modo messo in primo pino, per contrapposizione, la morbidezza e la rotondità in un contesto gustativo nobile, fuori degli schemi, appagante, che sicuramente ci siamo meritati (forse in un’altra vita!!).

20 dicembre 2016, Pizzeria Civico 233, Rovigo.

domenica 18 dicembre 2016

Vino (181) : “MANNA” 2010 VIGNETI DELLE DOLOMITI BIANCO IGT

Cantina :  Franz Haas - Montagna (BZ)
Denominazione :  Vigneti delle Dolomiti IGT
Vitigno : Riesling, Chardonnay, Sauvignon blanc, Vendemmia Tardiva di Traminer aromatico 
Alcol: 13,0% Vol. 



Un insieme di uve che ovviamente hanno maurazioni diverse, e che quindi vengono raccolte ed elaborate in tempi ed in  modi autonomi.
Lo Chardonnay ed il Sauvignon Blanc vengono fermentati in barrique, mentre il Riesling, il Gewürztraminer fermentano in vasche d’acciaio.
Ottenuti così, i vini giovani vengono assemblati per favorire la combinazione e l’armonizzazione delle differenti componenti aromatiche. Prima dell’imbottigliamento i vini assemblati permangono sui lieviti fini di circa dieci mesi, riposano poi ancora qualche mese in bottiglia.
Il 2010 degustato si è presentato di un giallo paglierino intenso e luminoso, lievi riflessi dorati.
Un naso importante, speziato e di frutta evoluta, quindi note di cannella seguite dal melone maturo e dalle conseguenti declinazioni di mango a papaya.


Importante ed avvolgente in bocca, persistente, dove si ritrova la frutta esotica che si armonizza di fatto con una nota fresca non eccessiva; lunga persistenza, anche sapida, con note gessose ed aromatiche di caramella di frutta. 
Abbinato su un grande crudo di soli crostacei si è espresso da par suo, armonizzandosi completamente con la grassa e composita aromaticità del piatto. Ne ha rispettato l’importante aromaticità con la sua contenuta freschezza e con la sua garbata sapidità, fornendo infine un mirabile apporto di morbida struttura ad un’insieme da ricordare.  



01 aprile 2015, Ristorante Trattoria Osteria Alla Busa, San Martino di Venezze RO.

sabato 10 dicembre 2016

Vino (180) : CHARDONNAY 2014 (Biologico e Vegano) Terre Preziose

Azienda: TERRE PREZIOSE - Galzignano T. (PD)
Denominazione: IGT Veneto
Vitigno :  Chardonnay (100%)
Gradazione : 12,0 %Vol


Biologico e Vegano, quindi il vignaiolo, oltre non aver utilizzato nessun prodotto sistemico, aver solo aggiunto lieviti selezionati per far partire la fermentazione alcolica, non aver impiegato enzimi per favorire la formazione dei profumi e non avere cercato nessun tipo di batterio per innescare la fermentazione malolattica ha inoltre evitato, in vigna ed in cantina, l’uso di qualsivoglia concime o preparato di origine animale.
Si è solo impiegata una filtrazione meccanica (ovviamente permessa) per dare al vino un’aspetto “usuale”, limpido e non torbido, non ossidato, privo di quella, forse “ricercata rusticità”, non sempre positiva ne indicativa di un corretto prodotto “vino biologico”. 


Molto bello già dalla veste giallo paglierino. Elegante e ortodosso, esordisce su richiami vegetali di salvia e asparagina, con inserti di erbe aromatiche. Classico di fiori bianchi e di frutta gialla, anche esotica, in cui la pesca bianca convive in armonia con una fresca papaia. È fitto di mineralità pietrosa e di idrocarburi. All'assaggio si avverte subito una sferzata di freschezza, corroborata da tanta sapidità, che precede una struttura di sufficente impatto e di buona persistenza. Maturazione in vasche di acciaio inox sui propri lieviti per 3 mesi.


Valido abbinamento con le “mie” trote al forno (pescate e cucinate da me), semplici con il ripieno di sole erbe aromatiche e passate in forno coperte, con olio e Chardonnay (il nostro), e finite con breve gratinatura: per niente male!!



01 febbraio 2016, Rovigo, via X luglio, con la famiglia. 

Vino (179) : SARACCO 2014 MOSCATO D'ASTI

Cantina :  Az. Agr. Paolo Saracco - Castiglione Tinella (CN)
Denominazione :  DOP Moscato d'Asti
Vitigno : Moscato Bianco 100% 
Alcol: 5,5% Vol. 




Credo sia il mio primo Moscato, ma questa cantina ubicata nel cuore delle colline astigiane, è un sicuro riferimento per il vitigno e non poteva lasciarmi indifferente.
Sono quindi “obbligato” a parlare di questo grande moscato che pur con soli 5° di alcol, o giù di lì, si presenta, anche con dieci e più anni, in piena forma ed in grado di fornire insolite connotazioni gusto-olfattive uniche per la tipologia.
Il nostro, un 2014 e quindi giovane, presenta il classico colore giallo pallido ma di grande luminosità; spuma insolitamente persistente e di grande suadenza.
Pesca, fiori d’arancio e di tiglio, salvia e timo forniscono un bagaglio odoroso oltre il caratteristico, che amplifica, in modo deciso, le pur presenti note aromatiche dell’uva.

   
Dinamico, fresco, morbido in bocca esplode con inebriante stoffa e personalità; percettibili note dolci sono ben equilibrate dalla piacevole freschezza e dagli aromi fruttati.
Agrumi e frutta candita ne segnano lo sviluppo gustativo con inserzioni sensoriali vibranti di ritorni aromatici e di setosa persistenza.
Un moscato decisamente complesso con un grande ritorno verso il rispetto dell’uva di origine e delle sue potenzialità, non sempre capite dai produttori, e che qui ne trovano una espressionedi sicuro riferimento.


Il vino merita una degustazione senza abbinamento, almeno in una prima fase, poi in relazione alle nostre ancestrale “debolezze”, dei grandi dolcetti secchi di casa possono , e devono, essere tollerati.  


03 giugno 2015, Trattoria Balan, San Giorgio di Nogaro (UD) con Giovanni B.

venerdì 9 dicembre 2016

Vino (178) : DUALITY 2012 SAUVIGNON BLANC

Cantina :  Leonardo Specogna - Corno di Rosazzo (UD)
Denominazione :  DOC Friuli Colli Orientali
Vitigno : Sauvignon Blanc 100% (da due vigneti diversi) 
Alcol: 13,0% Vol. 



Un appezzamento ha esposizione a Sud (maturazione), l’altro a Nord-Est (note varietali e freschezza) ecco il segreto di Duality un importante Sauvignon friulano da uve coltivate nella celeberrima zona di Rocca Bernarda, cru riconosciuto dei Colli Orientali.  
Giallo paglierino con lampi di luce verde: cristallino!
Agrumato di pompelmo e poi fiori di sambuco e sferzante mineralità che si diluiscono in un fruttato esotico ed un erbaceo di salvia e menta. Importante ampiezza varietale che comunque si associa anche a una nota olfattiva di burrosa morbidezza.
In bocca fresco e sapido con percettibili sensazioni varietali complesse ed intense sino ad  intrigante persistenza su note verdi evolute (infuso di menta). 


Vinificato in parte in bianco ed in parte (il vigneto a Sud) sulle bucce; 18 mesi in tonneaux e 18 mesi di affinamento in acciaio con successivo riposo di 12 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Meraviglia su questo - Bacaeà gratinà “dea Pesa” - trattoria cult del hinterland veneziano, sferzanti sapori intrappolati dalla fresca vegetalità del vino mi hanno condotto ad un livello di vera piacevolezza gusto-olfattiva.
Raramente ricordo un abbinamento “tradizionale” tanto appagante … ce lo saremo sicuramente meritati, mah!! 



22 aprile 2016, TRATTORIA ALLA PESA - Favaro Veneto (VE) con Giovanni B.

domenica 4 dicembre 2016

Vino (177) : "Casanova" PINOT NERO RISERVA 2009

Cantina :  Castello di Spessa - Capriva del Friuli  (GO) 
Denominazione :  DOC Collio
Vitigno : Pinot Nero 100% 
Alcol: 14,0% Vol.


Fra le 81 doc e docg a base di pinot nero classificate in Italia, questa "Collio Goriziano Pinot Nero Riserva" assume una particolare caratteristica in quanto i vigenti sono allocati sulla famosa “Ponca” costituita da marne e arenarie. Un terreno questo, che assieme alla ventilazione che contribuisce ad abbattere notevolmente l’umidità atmosferica, crea un particolare “terroir” con un microclima favorevole alla perfetta e sana maturazione delle uve. Fatto estremamamente importante per il Pinot Nero che può in tali condizioni sviluppare tutto il suo bagaglio olfattivo balsamico  e fruttato.


Il nostro, rosso rubino trasparente. 
Cassis, mirtilli, bacche di ginepro e sentori di cuoio si confrontano con cioccolato amaro, bastoncino di liquirizia e leggera balsamicità; buona ampiezza olfattiva anche con sottili note di pepe rosa.
Sorso di consistente struttura, definita da un ancor fresco tannino, compatto e percettibile; ricordi fresco-sapidi ne accrescono quindi la bevibilità per fondersi, con il volume dell’alcol, in un complesso di garbata morbidezza. Lungo finale di frutta fresca e spezie dolci.
Affinato in barrique per 24 mesi con ulteriore permanenza in bottiglia per almeno 12 mesi.


Un grande abbinamento con il guancialino di vitello brasato; morbidezza e dolce untuosità sono sembrati fatti apposta per esaltare la fresca e nervosa tipicità di questo vino.
   
21 gennaio 2016, Ristorante “da Toni", Varmo (UD) con la famiglia. 

giovedì 24 novembre 2016

Vino (176) : LE SEC DE RAYNE VIGNEAU 2014





Cantina :  Château de Rayne Vigneau - Bommes, Francia 
Denominazione :  AOC Bordeaux
Vitigno : 100% Sauvignon Blanc 
Alcol: 13,0% Vol. 



Le Sec de Rayne Vigneau è prodotto da sette ettari di Sauvignon Blanc piantati tra i vigneti di Château de Rayne Vigneau, Premier Crus Classés de Sauternes; è questo il vino secco dell’azienda esclusivamente da uve Sauvignon Blanc.
Il vino è stato fatto fermentare in tini di rovere a temperatura controllate e maturato sulle fecce fini per dare ricchezza e corpo al vino.
Un vino dunque elaborato verso la finezza alla quale non sfugge con il suo bel giallo verdolino molto limpido, cristallino.
Al naso è pulito ed immediato, stranamente (per un vino bianco) il ribes risalta in primis, seguito subito in evoluzione da ginestra, da mela verde, da banana che, in chiusura, forniscono un ventaglio di profumi decisamente freschi e complessi allo stesso tempo. 


In bocca è decisamente fresco ma ben equilibrato, intenso e persistente, sufficentemente caldo ed avvolgente con chiari ricordi di pesca, agrumi e con una nota gradevolmente sapida in chiusura; si riconoscono facilmente la pietra focaia ed il gesso.  Un vino decisamente evoluto ma “crisp”, di gradevolissima beva che si abbina a meraviglia con ai formaggi a crosta fiorita. 


Quelli nella foto sono dal basso un Brie Chêne d’Argent, un Pérail a latte di Pecora ed una Caciotta d’Alba al tartufo; decisamente piacevole l’abbinamento forte del fatto che la fruttata freschezza del vino si è declinata mirabilmente con l’aromatica nota di grassezza dei formaggi.


14 novembre 2016, Via X Luglio - Rovigo, con la famiglia.

martedì 8 novembre 2016

Vino (175) : FRIULANO TOROS 2014

Cantina :  Az. Agr. Franco Toros - Cormons (GO)
Denominazione :  DOC Collio
Vitigno : Friulano (Tocai) 100%  
Alcol: 13,5% Vol. 


Zona di “ponca” questa, in friulano la "marna argillosa" che 40 milioni di anni fa era un fondale marino e che alimenta le straordinarie realtà vinicole del Collio come il nostro Tocai degustato.


Dico ancora Tocai e non Friulano, o Lison a Pramaggiore, o Tai nel rimanente Veneto, perchè non mi piace questa imposizione che dal 2007 ha di fatto cambiato lo storico nome del nostro vino, per un non ben chiaro principio di salvaguardia del Tokaj ungherese, che non assomiglia, come vino, in nessun modo al nostro in questione.
Di burocrazia si muore e appunto questo è successo al nome del nostro grande vino veneto-frilulano…… tiremm innanz!!!  
Splendida veste paglierina con riflessi dorati, cristallino nella sua importante consistenza.



Ventaglio odoroso complesso, mixer incredibile di frutta esotica e mineralità; riconosco le gialle susine mature ma anche papaya, datteri e note fresche di ananas. Importante mineralità dolce con note in pratica gessose, morbida connotazione di complessità.
Affinamento solo in acciaio connota un gustativo fresco ed agile che non trascura però la classica mandorla amara finale, addolcita dal gesso che, dopo il naso, ritorna prepotente anche nel gustativo. Finale lunghissimo che si diluisce anche in note lievemente sgrumate.



Grande accompagnamento con questo crudo in un noto ristorante al confine fra Veneto e Friuli, magia di sapidità sulle grasse sensazioni date dai carpacci e dai crostacei, splendido finale armonico fra aromaticità del pesce e l’ammandorlato dolce del vino.

03 giugno 2015, ristorante “da Balan” a San Giorgio di Nogaro (UD) con Giovanni B.
     

sabato 5 novembre 2016

60 - Cucina : CANELLINI IN UMIDO ALLA MIA MANIERA

Ingredienti (6÷8 persone)

1,0 kg Fagioli Canellini secchi
1,5 l di acqua circa
2 scalogni 
1 pugno di foglie di rosmarino
1 pugno di foglie di salvia
50 cl di olio evo
50 cl vino rosso
200 gr di polpa di pomodoro extra fine
sale, pepe q.b. 



Metto in ammollo nell'acqua tutta la notte i fagioli canellini secchi.
Faccio un trito sottilissimo fra salvia e rosmarino, trito sottile anche la cipolla.
Soffriggo nell’olio i due triti per 20÷30 sec e aggiungo il vino rosso, faccio un po’ evaporare.
Insaporisco nel soffritto, con cura e mescolando piano, i capellini scolati per una quindicina di muniti, aggiungo sale e pepe macinato al momento.


Aggiungo l’acqua e la passata di pomodoro, porto lentamente a bollore e cuocio per circa 2 ore, sino alla giusta cottura e consistenza dello stufato aggiungendo eventualmente un po’ di acqua calda.
Faccio riposare a fuoco spento per 5÷10 minuti.



Sono veramente ottimi per un sostanzioso contorno ad esempio con del salame arrosto (passato in forno senza pelle !!!) intero, non tagliato a metà.



Accompagno questa preparazione rustica e gustosissima, con un vino rosso semplice, di mia preferenza è ad esempio un Fortana DOC Bosco Eliceo, meglio qui che sull’anguilla come è, di non del tutto convincente, usanza. 



mercoledì 2 novembre 2016

F(10) : DEGUSTAZIONE FORMAGGI ITALO-SVIZZERI 29.10.2016

Formaggi in ordine di degustazione:



1 - Tuma di pecora delle Langhe (tuma D'fè) 

Classico formaggio a latte crudo di pecora delle Langhe con un’aggiunta di una percentuale massima del 5% di latte di capra. Nella tipologia corrente generalmente nota come Murazzano ha ottenuto la Dop, ma il disciplinare della Denominazione di Origine consente un impiego di latte vaccino (anche pastorizzato) fino al 40%. 
Il nostro degustato è stato cagliato a circa 37°C e l’aggiunta di caglio liquido di vitello. La stagionatura tipica è di dieci giorni ma acquista maggiore complessità di sapori e profumi dopo un mese e più; nel nostro caso si trattava di una forma con circa 25 giorni di stagionatura con crosta in pratica assente, pasta morbida di buona elasticità, occhiatura rada, fine, uniformemente distribuita.
Al naso erano ancora percettibili le sensazioni lattiche, quasi di yogurt, si apprezzavano anche tonalità vegetali di erba verde ed erbe aromatiche, ma erano le sensazioni animali che la facevano da padrone con gradevolissimi ricordi di stalla e cuoio.
Ricordo che la produzione avviene nel periodo in cui gli animali sono allevati al pascolo, da inizio marzo a fine novembre, e che la mungitura è rigorosamente manuale; il pascolo e la permanenza del latte nel luogo di mungitura ne segna senz’altro il suo sviluppo organolettico.
In bocca ancora fresco, con appena percettibile sensazione ovina di grande finezza gustativa. Spettacolare la palatibilità con il formaggio che si espande rapidamente entro la bocca.
Una robiola, presidio Slow Food, che sarà difficile da dimenticare.



2 - L’Etivaz Alpage 2011 (Svizzera)

Il formaggio L’Etivaz DOP è un formaggio vaccino a pasta cotta, infatti dopo la cagliatura a 32° con caglio di vitello avviene la cottura della cagliata a 52° in caldaie in rame riscaldate con un tradizionale fuoco di abete rosso che immancabilmente ne segna lo straordinario profilo organolettico. A questo si aggiunge l’impiego di latte crudo, non trasportato, impregnato dei profumi trasmessi dalla stessa flora del corrispondente pascolo. La zona di produzione sono le Alpi Valdesi che dominano il lago di Losanna, i pascoli estivi posizionati in altura, tra i 1200 ed i 2000 metri, ne confermano l’armonico carattere alpino.
Il nostro, altre al classico invecchiamento di circa 5 anni, con ripetute salature e particolare tipo di governo, ha subito anche una significativa azione degli acari vivi sulla sua superficie che hanno contribuito ad una caratterizzazione unica del sapore.
La crosta mostrava i segni di questa azione con piccoli crateri diffusi, la pasta di colore giallo avorio mostrava un taglio regolare, consistente ma con ancora riserva di elasticità (dopo 5 anni!!!): spettacolare.
Unico l’insieme olfattivo cha spaziava fra note vegetali di erbe aromatiche, fiori gialli e leggera sensazione di fungo, a note più complesse di frutta secca quali noci e nocciole per un finale, anche animale, di stalla e fumo.
I bocca suadente palatabilità con fusione quasi immediata della pasta, che ha trasmesso complesse sensazioni gustative, anche leggermente piccanti, con un interminabile sapore di nocciola. Raramente ho assaggiato un formaggio (non erborinato) di questa persistenza. 10 e lode!!


  
3 - Pecorino Ambra di Talamello

Un pecorino con affinamento tradizionale, infossamento ad agosto e apertura delle fosse a metà novembre nei giorni della fiera corrispondente, a Talamello (RN), nel cuore del Montefeltro che assieme a Soliano al Rubicone (FC) sono la patria dei formaggi di fossa, formaggi che si affinano in ambiente anaerobico per circa tre mesi assumendo peculiarità gusto-olfattive uniche.
Il nostro pecorino presentava una crosta bianca screziata di giallo di modesta consistenza, con sottocrosta di mezzo centimetro lievemente più ambrato. Pasta friabile con occhiature irregolari sia in dimensione che in dislocamento, lieve essudazione.
Impatto olfattivo incredibilmente intenso e complesso con netta sensazione di fungo e di castagna lessa che trasmettevano un caratteristico e pungente sentore vegetale.
In bocca fuori dalle righe con sapidità decisa, ma non prevaricante sulle ulteriori componenti gustative, di fermentazione, quasi alcoliche, e proteiche verso il gusto del brodo di carne.
Notoriamente un formaggio di impatto dominante ma in questo caso reso piacevole sia dalla friabilità che dal finale gustativo anche lievemente speziato.
   


Il vino: ALEATICO PASSITO DELL'ELBA DOCG - Azienda Agricola Mola - Capoliveri (LI)  

Rosso rubino, molto intenso, fortemente aromatico e penetrante di fragole, lamponi e ciliegie.
Balsamico con alloro, resina, ginepro e menta.
Inizialmente dolce e generoso lascia il posto ad una persistente nota di amarene e frutta secca, con un tannino percettibile che bilancia positivamente alcol (13% vol.) e zucchero.
Vino didattico di degustazione nella serata “Aleatico … mon amour” (AIS Rovigo 26.10.2016) scelto per un abbinamento un po’ sopra le righe per il primo formaggio, di grande equilibrio e piacevolezza con il secondo e decisamente sotto tono con il formaggio di fossa.
E’ risultato proprio così!!!! 

sabato 29 ottobre 2016

Vino (174) : RIESLING SCHLUMBERGHER 2013 “LES PRINCES ABBÉS”

Cantina :  Domaines Schlumbergher - Guebwiller, Alsace 
Denominazione :  AOC Alsace
Vitigno : 100% Riesling 
Alcol: 12,5% Vol. 


Le uve di questo Riesling provengono in massima parte dai Grands Crus Alsaziani Saering et Kessler in Guebwiller, climat particolarissimi, caldi e ventilati, su un suolo profondo e minerale. 
Ne risulta un vino “materico”, opulento, che trova la sua complessità dall’aver sostato per più di sei mesi sulle fecce. 
Giallo paglierino, cristallino, mostra riflessi verdi e grigi ed un’ottima consistenza.
Un naso decisamente importante, franco, con profumi fruttati maturi, con riconoscimenti anche floreali, tiglio e verbena in primis. La nota fruttata decisamente complessa permette, per diluizione, di individuare la scorza di pompelmo candita, la pesca gialla, lo zenzero.


In bocca suadente, equilibrato, con una buona freschezza agrumata, appena appena speziata di pepe rosa e zafferano; lungo finale minerale sorprendentemente addolcito dalla scorza di limone candita.
Un vino dal punto di vista gustativo decisamente importante, che ho “rischiato” sulle anguilline fritte, classica specialità della Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO), e devo dire che la buona sapidità ha completato la non straordinaria freschezza del vino abbinandosi, in modo decisamente ruffiano, con la croccante grassezza delle anguille.  



04 maggio 2016, Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO) con Marco L. 
       


mercoledì 19 ottobre 2016

Altro (31) : CHÂTEAU DE MANIBAN BAS ARMAGNAC MILLÉSIMÉ 1995

Azienda: Château de Maniban - Mauléon d'Armagnac (Midi-Pirenei, France)
Denominazione: Armagnac A.O.C. 
Cépages: Ugni blanc - Folle Blanche - Colombard- Baco (ibrido fra Folle Blanche e Noah) 
Gradazione alcolica: Vol. 40,0%.


Château de Maniban si trova a 1 km a sud del villaggio di Armagnac Mauléon nel cuore del Bas Armagnac. Il villaggio di Mauléon d'Armagnac è uno di quei famosi dieci villaggi che compongono il Grand Bas Armagnac. Il Grand Bas Armagnac è considerato come la regione che offre, nel panorama degli Armagnac, i  distillati di maggior finezza ed aromaticità.


Come è noto le  varietà di Armagnac danno vini bianchi di basso livello, ma elevata acidità. La distillazione tradizionale in azienda avviene in modo continuo con un’unico riscaldamento del vino base, il distillato esce fra i 52° ed i 60° e viene invecchiato in botti nuove di rovere nero che provengono dalle foreste delle Landes e Gers, sempre nella zona. Dopo un anno, estratti i tannini dalle botti nuove, l’affinamento continua in altre essenze per acquisire la grande morbidezza classica dei Bas Armagnac.
Alla vista si presenta di color ambra con riflessi verdi, ramati, luminoso e cristallino.
Alla prima rapida olfazione (senza agitarlo) l'alcol rispettato, permetteva di intuire importanti note legnose dolci anche se lievemente bruciate, caratteristiche.



La seconda olfazione, avvicinando il naso in mondo più deciso al bicchiere, portava a delicate sensazioni floreali di fiori bianchi, sfuggevoli, forse ho sentito sambuco e biancospino.
La terza olfazione, naso nel bicchiere, note floreali più nette sino ad un fruttato evidente di pera cotta, classico.  
Infine la roteazione del bicchiere ha esaltato un complesso aromatico importante ed appagante, tessuto su note ancora fruttate con finale di frutta secca e  mandorla.
Al palato fresco e ben equilibrato; con tannini fini percettibili sino a note di liquirizia; finale giustamente piccante, con aromi di erba secca e legno tostato.


Grande e goloso abbinamento con un “calzone mascarpone e Nutella” altro non aggiungo!!

03 ottobre 2016, Civico 233, Corso del Popolo, Rovigo con Pietro C.


sabato 15 ottobre 2016

Vino (173) : MACVIN DU JURA 2011 - MACLE (DOMAINE JEAN)

Cantina :  Macle (Domaine Jean) - Chateau-Chalon (Jura/France)
Denominazione :  AOC Macvin du Jura
Vitigno : Savagnin 66% - Chardonnay 34%  
Alcol: 17,5% Vol.

Bianco, rosso o rosato, Macvin de Jura gioca con i colori. Il processo di produzione è trasmesso da generazioni e consiste nel fermare la fermentazione del succo d'uva appena spremuto, tramite l’aggiunta di un terzo di Marc du Jura, per capirci di grappa ottenuta dalle vinacce locali: di fatto si tratta di una MISTELLA impiegando la classica terminologia italiana.


Passa poi un periodo di affinamento minimo di dodici mesi in botti di quercia dove il Macvin acquisisce tutto la sua particolare stoffa. Il grado alcolico obbligatorio nello Jura è variabile tra il 16 ° e 22° di alcol; può essere prodotto da due diversi uvaggi, dal primo, assemblato normalmente con Poulsard, Trousseau e Pinot Nero (i primi due sono vitigni caratteristici dello Jura), si ottiene il tipo rosso o rosato, dal secondo, da Savagnin e Chardonnay si ottiene il tipo bianco, appunto quello che andremo a degustare.
Di colore giallo dorato carico, quasi ambrato, presenta ovviamente notevole consistenza e luminosità.


Un naso sorprendente e complesso porta a note intense, precise, caratteristiche di uva passa, caramello, miele e spezie dolci dove la cannella la fa da padrona.
In bocca fruttato, ricco, complesso con la nota alcolica ancora da amalgamarsi completamente, porta i miei ricordi ad un porto Ruby: la prossima bottiglia la berrò fra dieci anni almeno.
Infinita persistenza gusto-olfattiva di pera 'Williams' sotto spirito associata ad una discreta minerali.


Giorno di Laurea di Marta, la mia secondogenita, festa in famiglia con una torta semifreddo speziata di Alajmo: curcuma, cocco e cumquat meravigiosamente accompagnati da questo Macvin de Jura. Un giorno che sarà difficile dimenticare ..... per almeno due motivi!!  

domenica 18 settembre 2016

Vino (172) : TAI ROSSO 2012 DANIELE PORTINARI

Cantina :  Az. Agr. Daniele Portinari - Alonte (VI)
Denominazione :  IGT Veneto
Vitigno : Tocai Rosso 100%  
Alcol: 12,5% Vol. 





Il Tocai Rosso è coltivato esclusivamente nel Vicentino e, in particolare, sui Colli Berici ed in alcune valli dei Lessini orientali.
Interessante può essere definirne i nomi in giro per Italia ed Europa: in Aragona Garnacha, in Francia Grenache, in Sardegna Cannonau, in Sicilia Alicante, a Perugia Gamay perugino. Non è finita perché sembra che anche la famosa Vernaccia Nera coltivata a Serrapetrona appartenga alla stessa linea di origine.
Resta il fatto che siamo qui di fronte ad un vino biologico di estrema piacevolezza, con lavorazioni in vigna basate solo piccole quantità di rame e zolfo, ed in cantina fermentazioni spontanee senza inoculazione di lieviti selezionati, senza uso di additivi chimici o coadiuvanti, due anni di affinamento in legno e nessuna filtrazione.



Daniele Portinari esce oramai da qualche anno con questo bel vino che riesce a coniugare grande piacevolezza data dalle sensazioni pulite della frutta scura con una mineralità equilibrata, caratterizzante.
Ma andiamo con ordine, vivacità di colore con un rosso rubino, decisamente trasparente e di buona consistenza.
Al naso esplosione di more di gelso in varie e composite declinazioni; si sentono chiaramente sia il frutto fresco che la relativa composta in un’insieme che stupisce ed affascina. Un floreale di rosa decisamente espressa si associa, piano piano, a sentori più evoluti di legno di liquirizia con lieve note empireumatiche quali fumo, ma anche cioccolato.
Splendido!


In bocca un frutto pulito ed elegante, con tannini appena appena percettibili (caratteristica questa del vitigno), sufficiente freschezza su una base ancora fruttata, che porta ad una facile beva; finale fresco e di equilibrata mineralità. Il passaggio in legno non ha per nulla alterato le tradizionali modeste caratteristiche tanniche del vitigno, fornendo chiare indicazioni di grande maestria produttiva.  
Per completare il quadro uno straordinario abbinamento con “anguilla in forno di braci con guava e tamarindo”, piatto fuoriserie dei miei amici fratelli Portinari della Peca a Lonigo; difficile per me è trasferirvi la sommatoria delle sensazioni date dall’essere in quel luogo, con quel vino, con quel piatto ma basterà, da Sommelier, ricordare che l’aromatica e sgrassata persistenza gusto-olfattiva del piatto si è magnificamente sposata, sposata e non sovrastata, dalla equilibrata e fruttata mineralità del vino. 

Anguilla in forno di braci con guava e tamarindo


20 febbraio 2016, La Peca | 2 Michelin stars, Lonigo (VI) con Carlo M.