sabato 29 giugno 2013

Vino (51) : Sechterberg 2000 (Blaufränkisch Burgenland Qualitätswein)

Weingut (Cantina) Georg Seiler - Rust (BURGENLAND Austria confine con l’Ungheria) 

Un'altro vino di questa cantina, dopo il Ruster Ausbruch 1998 (si veda il post del 14 aprile 2013) un Blaufränkisch in purezza; il Blaufränkisch è noto in Italia con il nome di Franconia (zona del Piave) è da normalmente vini decisamente erbacei.


Non sfugge a questo clichè anche il nostro vino anche se il lungo invecchiamento ne ha ammorbidito gli spigoli, rendendolo docile ed estremamente piacevole. 
Durante le operazioni di scaraffatura, la notevole presenza di residuo ha indicato una filtrazione non troppo spinta, a tutto vantaggio dei polifenoli e dei polisaccaridi, utilissimi per l' invecchiamento che come vedremo qui è stato ottimale.


Ma andiamo con ordine.
Il colore è di un rosso rubino profondo; mi stupisce dopo quasi tredicianni il non notare cedimenti mattone almeno sul bordo, niente!
Al naso suadente ma netto di marasca in confettura, con frutti di bosco per diluizione data dalla rotazione del bicchiere, anche fumoso e speziato nel finale.
In bocca potente, ancora fresco, con sapidità marcata con tannini oramai addolciti dal tempo e dalla alcolicità non eccessiva ma presente (13,0°); finale ancora speziato di pepe verde con nota balsamica.


Un gran bel vino che avrebbe avuto ancora un bel potenziale di invecchiamento, dico avrebbe avuto, perché quella fiorentina (non proprio fiorentina!) sulla griglia ha impedito ulteriori prove in tal senso.

Vigneti famiglia Seiler - Rust (Austria)

Due note sulla famiglia Seiler che da oltre 400 anni e si trova a Rust sempre strettamente connessa con la viticoltura e può vantare una lunga lista di successi nazionali e internazionali ben esposti nella sala degustazione, che ho visitato acquistandone i vini, nell'agosto del 2006.    

10 marzo 2013, via X Luglio, Rovigo con Matteo A.

martedì 25 giugno 2013

Vino (50) : Chardonnay 1996 TBA (Trocken Beeren Auslese)


Estate Winery HAFNER - Mönchhof Burgenland 
Zona Neusiedlersee - Austria ai confini con l'Ungheria

La classificazione dei vini nei paesi di lingua tedesca si basa sul grado Oechsle (Oe°) che in pratica misura la densità del mosto rispetto la densità campione dell'acqua.


In pratica un TBA (Trockenbeerenauslese), letteralmente "raccolto di acini appassiti e selezionati" o qualcosa di simile, definisce un vino che almeno presenta un grado Oe° di 170° (in Austria) e quindi un mosto che pesa almeno 1170 gr per litro.



Centosettantagrammi di zucchero, destrina ed altro che conferiscono al vino qualità organolettiche e gustative assolutamente uniche.
Non sfugge a questa definizione questo Chardonnay 1996 che si presentava con un colore simile a quello dei brandy spagnoli (ambra cupo) con una consistenza tale che la rotazione del vino nel bicchiere diventava viscosa, lenta, frenata.


Al naso il ventaglio di profumi non trovava soluzione: prugna cotta innanzitutto, marmellata, fumosità, caramello bruciato, eppure floreale ed anche iodato e salmastro (non ho esagerato!).
In bocca subito una acidità prorompente che mitigava la dolcezza, che come potete immaginare era infinita. Il palato dava sensazioni viscose di caramella d'orzo e nocciola.
La lunga persistenza gustativa forniva un finale percettibile di miele di castagno.

La straordinarietà di questo vino sta nella BOTRYTIS CINEREA, la cosiddetta Muffa Nobile che porta ad assotigliare la buccia dell'uva favorendo la concentrazione degli zuccheri e il fissare una molteplicità di sostanze derivate dalla scomposizione dell'acido tartarico .... basta!

Una grande torta al cioccolato ha fornito un abbinamento spettacolare per questo TBA, che aveva ottenuto 99 punti su cento nel 1998 (quindi ancora giovanissimo) in un non meglio identificato WORLD WINE CHAMPIONSHIPS a Chicago: resta il fatto che un vino di questo genere va bevuto con calma, con la giusta compagnia e pensando che di fatto anche i politici prima o dopo .... 




10 aprile 2013, Via X luglio, Rovigo, con la famiglia.

sabato 22 giugno 2013

Ingegneria 7 : DISCARICA di CA' ROSSA - Chioggia (VE)


Committente: ASP Chioggia ora VERITAS S.p.A. Venezia
Progg. nn. 182 - 218 - 274 - 279 - 293 - 296 - 309 - 312 - 332 - 478 - 482 - 483 - 489 - 519 - 535

Visione aerea della discarica fra Brenta e Bacchiglione

La mia anima geotecnica si è interessata di discariche fin dal 1985, con consulenze sulla stabilità delle scarpate, sui cedimenti e sui problemi idraulici collegati ai depositi degli RSU, allora in fase ancora "pionieristica".

Preparazione fondo vasca intermedia

Nel 1988 sono entrato nello staff di progettazione, per poi diventare progettista e D.LL. di varie porzioni della Discarica di Cà Rossa, gestita in in quell'epoca dalla ASP di Chioggia (VE).

Drenaggio percolato (ante Dlgs 36/2003)

Un'opera per certi versi imponente, sia per quantità di stoccaggio che per le problematiche geotecniche ed idrogeologiche affrontate, stante la sua dislocazione compresa fra gli argini dei fiumi Brenta e Bacchiglione.
La mia opera di Progettista, D.LL. sia di costruzione che di gestione, ha contribuito allo stoccaggio nel sito di larga parte dei complessivi 2,5 milioni di metri cubi circa di RSU della discarica.

Sottostazione biogas

Ho curato personalmente anche la parte idraulica dell'impianto di produzione del biogas, che fornisce un notevole contributo energetico alla zona di Chioggia.

Stazione biogas


Mi sono occupato in maniera completa anche delle diaframmature di bonifica, progettando barriere impermeabili solo in parte realizzate.

Gestione giornaliera RSU

Il mio impegno nella discarica di Ca' Rossa si è per ora concluso nell'estate del 2010 quale consulente dell'allora Direzione Lavori e quindi portando a oltre venti anni, pur non continuativi, il mio contributo al sito.


Panoramica aerea della discarica di Ca' Rossa


Vino (49) : Plus 2008 IGT Venezia Giulia Bianco

Prodotto da Bastianich S.r.l. Soc. Agr. Cividale del Friuli.
Friulano (Tocai) parzialmente passito (10%) - 14,5° alcolici. 

Si doveva affrontare un menù composito di pesce: la qualificatissima carta vini di Lazzaro 1915 dava ampie possibilità.
E' chiaro che arrivati a questo Tocai (definibile senz'altro UNICO) il percorso esplorativo si fermava.


Giallo dorato, consistente dava subito l'impressione di grande morbidezza tanto che l'occhio, oramai allenato, individuava dalla lacrimazione un rapporto fra geometria degli archetti e velocità di discesa la ricchezza sia in alcol che in polialcoli: struttura e morbidezza.
Un naso impetuoso di frutta gialla matura, melone, ma non solo, poi mandarino, sensazioni di cottura e mineralità.
Ho ritrovato le indicazioni olfattive, non uguali ma dello stesso tenore di intensità, date ad esempio dai Grand Cru Alsaziani (si veda la mia scheda Gewurztraminer Gran Cru Hengst del 01.06.13); il fatto non mi sembra trascurabile!


In bocca vellutato, avvolgente di frutta dolce, con note minerali, anche gessose, e poi le spezie ed il miele per un finale lunghissimo.
Un super Tocai, si costruito, ma costruito benissimo, con una barrique presente ma che non segna, anzi accompagna, la straordinaria struttura del vino.
Si parlava del composito menu di pesce proposto quella sera dal ristorante, semplificando molto, molto, sogliola cruda, tonno/mozzarella, riso venere nero di seppia e mandorla (STRAORDINARIO), basta! Il vino era già finito .... 
Parleremo in altra occasione del seguito della serata, veramente appagante dopo una giornata particolare .......




19.06.2013, Ristorante Lazzaro 1915, Pontelongo (PD), con Matteo A. e la famiglia.


mercoledì 19 giugno 2013

Vino (48) : Traminer Aromatico 2012 DOC Grave


Azienda Agricola Borgo Magredo - Tauriano di Spilimbergo (PN)


Da viti giovani ed a relativamente bassa produzione è il Traminer meno Traminer che conosco.
Badate bene è un'ottimo vino, ma non si riconosce il Traminer.





Si presenta con un bel giallo paglierino verdolino e già qui per questa tipologia di vino non ci siamo tanto, ma è al naso che che non ci siamo proprio.
Bei profumi di frutta , la pesca, la pera, dei fiori (rosa ecc.) nemmeno l'ombra, anche se il bouquet è gradevole ed affascinante.
La sorpresa porta a maggior attenzione e di fatto un certo finale di geranio può essere individuato, ma in un contesto, ripeto, decisamente fruttato.
In bocca è fresco espressamente vegetale, con decisa nota di mandorla e frutta secca, la sapidità è presente ma limitata dalle note gustative dolci.
















Un vino interessante, concentrato, con buona nota alcolica (12,5°) che da morbidezza e riporta decisamente ai vini friulani sia per intensità che per consistenza.
Degustato in occasione dell'aperitivo, lo vedrei contrastare la sapidità di un grande prosciutto stagionato:  un abbinamento assolutamente da provare!


"grande prosciutto stagionato" 



18 giugno 2013, Osteria "ai Trani", Rovigo, con i fratelli Conforto.


martedì 18 giugno 2013

Vino (47) : Bombino bianco 2010 - IGT Puglia


Azienda Agricola Torrevento srl - Corato (BA) Murgia Barese


In Romagna questo vitigno fornisce il famoso Pagadebit che permetteva appunto di saldare i debiti dell'anno in relazione alla grande produzione caratteristica di questa uva. 
Contenendo le produzioni, come ad esempio in Abruzzo, si ottengono vini eccellenti denominati Trebbiano d'Abruzzo; anche straordinari per i grandi produttori.


In Puglia siamo, a mio avviso, in una posizione media, qualità buona e produzione non eccessiva.
Questo Bombino bianco si presentava di un bel giallo paglierino con riflessi dorati, di buona consistenza e con cromatismo cristallino.
Al naso elegante non particolarmente intenso di note fruttate, sviluppava in seguito fiori come ginestra od acacia, poi la pesca gialla e la buccia di mandarino. Leggera mineralità.
In bocca ancora fresco nonostante l'annata 2010, con buona morbidezza e sapore agrumato , lievemente sapido e di buona persistenza.


Nel complesso un vino ben equilibrato con ancora margini di miglioramento pur trattandosi di un vino base.
Degustato in casa con cozze e vongole (senza pomodoro, erano infatti di grande qualità e quindi le ho rispettate) si è comportato benissimo interfacciandosi con stile ed equilibrio al piatto abbinato. 
Non credo comunque sarebbe male con un risotto con gli asparagi o con i "bruscanzoli".



07 aprile 2013, via X Luglio Rovigo, con Matteo A. e famiglia.



domenica 16 giugno 2013

Vino (46) : Luna de Murviedro Brut - CAVA DO (Denominaciòn de Origen)


Cantina MURVIEDRO - Requena (Valencia), SPAGNA

Tra Barcellona e Tarragona si trova la zona del Penedès dove si produce il CAVA, spumante metodo classico che ha conquistato il mercato internazionale. A lezione fornisco questi dati ai corsisti che restano spesso allibiti: 
- Franciacorta = 10 milioni di bottiglie/anno
- Cava            = 230 milioni di bottiglie/anno  


Detto questo le sorprese (per i non addetti) non sono ancora finite; degustiamolo.
Grande freschezza, di razza, ben equilibrata in un vino che si presenta giallo paglierino, verdolino, classico del vitigno Macabeo impiegato qui per il 100%.
I tre vitigni del cava sono il Macabeo che fornisce freschezza, dolcezza ed aroma, la Parellada  normalmente responsabile della finezza gusto-alfattiva  e lo Xarel-lo che fornisce struttura al vino.

(Se questa scheda avrà meno successo delle precedenti non farò mai più considerazioni di questo tipo!).


E' quindi chiaro che questo spumante monovitigno pecca un po' in qualche cosa appunto, e ciò si sente nella  persistenza e nella struttura; ma perbacco è decisamente gradevole con quel naso pulito di agrumi e di fiori decisi di biancospino (non è la solita bugia!), non coperti dai lieviti che trasmettono ulteriore freschezza.
In bocca citrino, gradevole, con bollicine non aggressive ma presenti, già detto non lunghissimo ma beverino.  
Giudizio "estivo" molto positivo.
La sorpresa quindi dov'è: "eurotreopocopiù" in un Discount di Rovigo.
Ne avevo acquistato una bottiglia (mi serve sempre vino per la mia cucina con olio limitato); sono subito ritornato e ne ho acquistato un cartone.
Non vi dico il nome del Discount!



15 giugno 2013, via X luglio, Rovigo, con Matteo A.


sabato 15 giugno 2013

Vino (45) : La Rocca 2011 - Soave Classico DOC


Cantina Pieropan - Soave (VR)

Uno dei Soave più famosi ottenuto da uve sovramaturate, con fermentazione ed affinamento in legno, incontra ancora la mia incondizionata preferenza.
La Garganega, impiegata per il 100% in questo vino, è uva che normalmente si raccoglie in ottobre inoltrato dando prodotti che, se curati, si portano appresso una straordinaria complessità gusto-olfattiva.



Questo degustato si presentava alla vista con un colore giallo dorato, brillante e di buona consistenza.
E' al naso comunque che le note di sovramaturazione (come ovvio sia!) danno segnale della complessità e della struttura del vino, con chiare sensazioni di frutta a pasta gialla matura, con  riconoscimenti di albicocca e frutta esotica; rimaneva anche una nota di vegetale, sfumata, e un segno di mineralità.


Equilibrio totale in bocca, avvolgente, con note fruttate ed acidità che davano completa sensazione di  equilibrio. Facili riconoscimenti di mela cotogna, miele, mandorla, lieve tostatura e nota finale minerale.
L'avevo scelto dalla carta del ristorante assodata la presenza delle ostriche nell'ottimo crudo che mi è stato presentato. La "nervosa morbidezza" del vino ben si è adattata comunque a tutto il piatto trovando alla fine, con le ostriche (che come regola vuole vanno consumate per ultime …. magari è regola solo mia !), un voluto connubio fra morbidezza e sapidità che sarà meglio ripetere al più presto.  




28 maggio 2013, Osteria "Antica Quercia", Solesino (PD), con con Eugenio B.




venerdì 14 giugno 2013

17 - Cucina : ACCIUGHE MARINATE SU MISTICANZA CON CROSTINO ALLA MOUSSE DI CAROTA



ACCIUGHE MARINATE
Ingredienti 4 persone
400 gr acciughe freschissime
200 cl aceto vino  
200 cl vino bianco
100 cl olio  extravergine
alloro
aglio, basilico,timo,maggiorana,erba cipollina tritate e coltello

Pulire e spinare le acciughe ottenendo da ogni pesce due filetti.
Frullare con in mixer l’olio con l’aceto ed il vino ottenendo una emulsione.
Disporre un velo di emulsione in una pirofila in ceramica, mettere i filetti di acciuga, le erbe tritate e l’alloro, completare con il resto della emulsione.
Lasciare marinare circa 12 ore.

MOUSSE DI CAROTA
Ingredienti 4 persone
400 gr carote  
100 cl vino bianco
scalogno, aglio, prezzemolo tritati
50 gr lardo a fettine
30 gr parmigiano grattugiato
olio  extravergine
sale, pepe

Sbollentare le carote e tagliarle a pezzi.
Fare soffriggere in poco olio lo scalogno e l’aglio, aggiungere le fettine di lardo, le carote ed il vino bianco. Cuocere per una decina di minuti eventualmente aggiungendo un po’ di acqua di lessatura delle carote. Frullare al mixer ottenendo una crema spalmabile.
Completare con il parmigiano ed il prezzemolo tritato, regolare di sale e pepe. 

CROSTINO AL FORNO
Fare dorare al forno delle fette di pane toscano con olio, sale e poco pepe.


IL PIATTO
Porre nel piattto un pugno di misticanza condita solo con sale e pepe, disporre le aggiughe con un pò della loro marinata, servire a parte il crostino spalmato di mousse di carota.


Questa mia ricetta che cerca l’equilibrio tra l’acidità (anche se moderata dal vino) della marinata con la tendenza dolce della crema di carota è stata presentata l’ 08 marzo 2013 in occasione del gemellaggio del parco regionale dei Colli Euganei con quello del Delta del Po, serata di gala alla "Trattoria al Ponte" di Lusia, inserita nella serie di serate denominate “Enrico e l’Ingegnere” giunta alla seconda puntata.

Realizzata dallo chef Enrico Rizzato, nell’occasione fu abbinata con il “SERPRINO COLLI EUGANEI DOC” di ANTONIO DAL SANTO.



mercoledì 12 giugno 2013

Vino (44) : Gewurztraminer 2011 - AOC Alsace


Domaine MERSIOL, Dambach la Ville - Alsace (France)
Un prodotto base, che presentava un colore giallo paglierino con riflessi dorati, di discreta consistenza e decisamente limpido.
Al naso complesso di fiori e frutta, con la rosa prima e poi il mandarino, una nota verde di salvia ed un finale gradevolissimo di frutta esotica.



In bocca entrata decisa abbastanza fresca e nello stesso tempo morbida, classica dei vini Alsaziani, con chiari riconoscimenti gustativi di agrumi dolci, mango e leggere spezie forse noci moscate, con un finale lungo che ricorda l'uva.
La discreta nota alcolica (13,0°) sommata alla notevole morbidezza ne fanno un vino interessante per abbinarsi a piatti, non eccessivamente strutturati, ma che presentano sensazioni prevalentemente dure, quali i piatti classici delle cucine orientali che impieghino una moderata dose di spezie.


Un pollo, funghi e bambu (funghi cinesi: shiitake, non porcini ovvio!!), troverebbe in questo Gewurztraminer un compagno ideale (peraltro tutti i vini aromatici e di una certa persistenza si sposano bene con le cucine orientali non estreme).
Rimanendo in Italia (al Sud), un trionfo di "patelle", burro e limone (poco), appena, appena saltate in padella .......

Patelle (vedere Vikipedia)

03.06.2013, al Caffè Garibaldi di Rovigo, con Raffaele B. e Lorenzo R.




martedì 11 giugno 2013

Vino (43) : Chablis - "Réserve de Vaudon" 2010


Viticultore Joseph DROUHIN - Chablis (Borgogna)

Siamo sulle rive del Serein il mitico fiume che attraversa la zona dei Gran Cru vicino al paese di Chablis, il terreno calcareo di origine marina, biancastro, comincia a dare l'idea del terreno che poco più a nord definisce la zona dello Champagne.


Questo Chardonnay in purezza si presentava con un giallo oro pallido con vena cristallina a riflessi verdi.
Al naso ingresso pulito di limone e felci che in un secondo tempo lasciavano spazio ad una mineralità pronunciata anche gessosa, polverosa.
Un vino decisamente fresco con una certa morbidezza ma con le parti dure prevalenti. Ai primi sentori fruttati si sovrappongono note sapide e minerali per un lunga persistenza gustativa.
Intrigante il finale iodato che ricorda più i vini botritizzati che questi Chardonnay fermentati ed affinati in acciaio.


Un vino importante che viene da una zona limitrofa al mitico gran cru Blanchots e che mantiene inalterato il fascino dei migliori Chardonnay del mondo.
L'abbiamo abbinato all'Astice in pasta fillo su ristetto di porro … poteva andare molto peggio! 





12 agosto 2012, Restaurant "Caves Gourmandes" - Lussemburgo, con Matteo A. e famiglia.


16 - Cucina : INSALATA DI FARRO E GAMBERI DI FIUME


Una ricetta ghiotta per l'estate, semplice come deve lo deve essere per questa stagione; se non trovate i gamberi di fiume (che per il loro gusto "rustico" ci stanno peraltro benissimo) potete impiegare delle mazzancolle. Le dosi, che non sempre indico, sono per 4 persone.
FARRO
Dopo averlo lavato in acqua corrente, cucino 300 gr di farro in acqua salata , lo scolo al dente e lo raffreddo subito in acqua salata e ghiaccio. 
VERDURE
Taglio a pezzi regolari 200 gr di fagiolini lessati al dente in acqua salata, preparo della julienne di carota a piacere e taglio a metà 8 pomodorini pachino.
Preparo un trito sottile di erba cipolina e poco peperoncino fresco (eliminare i semi).
SALSA 
Faccio andare in una padella con olio extravergine, un trito sottile di aglio, carota, rosmarino e salvia, aggiungo le teste dei gamberi spaccate a metà e faccio rosolare. Aggiungo mezzo bicchiere di vino bianco, faccio sfumare e aggiungo un altro bicchiere di fondo di verdura; lascio bollire per qualche minuto, passo a chinos schiacciando il composto con un cucchiaio, regolo di sale e pepe.
GAMBERI DI FIUME
Pulisco a crudo 12 gamberi di fiume e li spadello con olio, sale e pepe; l'operazione dura nel complesso non più di 2 minuti.




In una terrina mescolo il farro con le verdure ed il trito aromatico, condisco con poco olio extravergine di oliva, sale, pepe.
Dispongo la giusta dose in una fondina, aggiungo i gamberi di fiume caldi, il ristretto di gamberi, e servo immediatamente. 

Una serata di lugio 2004 per una cenetta in terrazzo, ho abbinato in quella occasione un Brut Millesimato 2000 della Società Agricola Moletto di Motta di Livenza (TV). Uno charmat "lungo" a base di solo Pinot Bianco, di giusta struttura per un piatto semplice ma intrigante.


domenica 9 giugno 2013

15 - Cucina : BARATTOLO DI MAIALE E VONGOLE CON POLENTA AL FORMAGGIO DI FOSSA


Ricetta di chiare  origini portoghesi ma pesantemente variata dal sottoscritto, adattata al contenitore, può comunque esser servita anche in una normale fondina, perdendo forse un pò di fascino.

RAGU BIANCO DI MAIALE
Preparo un ragu bianco con filetti, pezzi di costine e pezzi di braciola, facendo rosolare la carne in un soffritto di aglio, alloro. Rosolata la carne aggiungo del vino bianco ed una volta evaporato aggiungo un pò di fondo di vegetale, il pepe e porto a cottura colorando l'insieme, prima di spegnere il fuoco regolo di sale. 

VONGOLE
Preparo un soffritto con poca cipolla, aglio e faccio rosolare , aggiungo una concassé di pomodoro fresco e filetti di peperone (giallo/verde) privati della pelle, dopo poco aggiungo le vongole spurgate e le faccio aprire e concludo la preparazione.

POLENTA AL FORMAGGIO DI FOSSA
Faccio bollire la giusta quantità di acqua con un poco di olio extravergine, fuori dal fuoco aggiungo la polenta bianca istantanea (inutile per questa preparazione la vera polenta, comunque non vietata!), porto a cottura lasciando il composto abbastanza morbido, aggiungo sale, pepe e formaggio di fossa grattugiato in giusta quantità (Ne serve abbastanza, assaggiare!). 



Dispongo le preparazioni nel modo indicato (impiego la giusta quantità di sugo delle vongole) e, se necessario, tengo al caldo a bagnomaria.


Questa mia ricetta è stata presentata in occasione della serie di appuntamenti chiamati PROGETTI DI CUCINA presso l'OSTERIA AI TRANI in Rovigo.
In particolare si trattava del primo appuntamento, in data 19.04.2012, serata dedicata ai vini rosati per i quali avevo pensato le ricette ed è stata appunto abbinata al Tocai Rosso rosato IGT Veneto Orientale  di Moletto.
Il fatto di aver firmato (su richiesta) molte "tavolette ricordo" con il menu indica, forse, un certo successo … od una grande educazione dei presenti.



Vino (42) : BOSIO - Franciacorta Brut DOCG


Azienda Agricola Bosio - Timoline di Corte Franca (BS)
Uvaggio: Pinot Nero 10% - Chardonnay 90% - Sboccatura 10/2012.

Non conoscevo questa azienda e ne chiedo venia; visto il Brut nel frigo, nel corso della mia solita ispezione ai vini prima di ordinare (Ristorante "La Chiesetta" a Rosolina Mare), sono stato testimone di un continuo miglioramento del vino man mano che la temperatura di servizio diminuiva (il vino era stato posto nel secchiello del ghiaccio).


Non che alla temperatura del frigo non fosse gradevole, ma la nota morbida presente in questo uvaggio, aveva bisogno del freddo per essere completamente accattivante.
Un giallo paglierino con riflessi verdolini ed un perlage fitto e continuo, non finissimo, si presentava subito alla vista; un naso non particolarmente complesso, con attenzione però portava  verso un floreale gradevole di fiori bianchi non eccessivamente coperti dai lieviti, la frutta presente era senz'altro da associarsi alla mela verde ed agli agrumi.


In bocca morbido, abbastanza fresco, con buona persistenza gustativa, in equilibrio fra alcol (12,5°) ed una certa mineralità di roccia bagnata, decisa.
Un ricordo finale di mandorla, appunto resa gradevolissima dal freddo, mi ha convinto di aver degustato un bel prodotto dinamico, non lunghissimo sui lieviti (18 mesi), di giusta qualità e con un potenziale di abbinamento che spazia senz'altro fra le carni bianche ed il pesce.


Mi è stato servito un'ottimo "gran fritto" quasi una tempura, croccante, non unta, ecco che il vino, seppur morbido, si è magnificamente sposato al piatto aggiungendo un ulteriore ricordo positvo alle mie degustazioni.

08.06.2013, Ristorante "la Chiesetta", Rosolina Mare, con Maria L.