sabato 30 gennaio 2016

Vino (139) : CORDON BLEU DE VENOGE CHAMPAGNE BRUT

Domaine : Champagne de Venoge - Epernay (France)
Appellation : Champagne Brut
Cépages : 50% Pinot Nero - 25% Chardonnay - 25% Pinot Meunier
Alcol: 12,0 % Vol. 


Se avesimo un po’ di pazienza, in piccoli caratteri, sulla etichetta frontale leggeremo < NM - Négociant Manipulant >; è quindi il caso di una grande casa produttrice di champagne, che acquista le uve (ovviamente quelle di sua fiducia), le elabora supportata da una eccezionale organizzazione, sino alla produzione di champagne normalmente pregiati: le case più famose fanno così!!


Non fugge da questo cliché il Brut di De Venoge storica maison di Epernay, nel cuore della Champagne.
Poco residuo (zucchero attorno agli 8 g/l), si presenta con una veste suntuosa data da un fittissimo e fine perlage dal quale traspare una veste oro intenso di grande luminosità.
Tutta la teoria olfattiva degli champagne si percepisce al naso dove, la fanno da padrone, le sensazioni floreali copiosamente liberate dalla CO2; si continua poi con note burrose e l’immancabile crosta di pane, qui particolarmente fragrante.


Nulla di nuovo quindi in uno champagne, va comunque osservato che il prezzo è "quasi piccolo" tanto che il solito rapporto qualità/prezzo è a sicuro vantaggio del primo.
Decisamente interessante è invece l’impatto gustativo dove la rotondità del Pinot Nero si esprime tutta in un’armonico rapporto con la decisa freschezza, finale abbastanza complesso dove ritornano si! le fragranze, ma con chiare note agrumate, piacevolissime.


Mi è proprio piaciuto, bell’aperitivo da Ampelos a Ferrara: carpaccio, scampi e tonno crudi ne hanno accompagnato la piacevolezza, che, solo per essere “rompi”, poteva essere migliorata con una struttura meno aggressiva.
Venga dunque lo champagne anche con il crudo ma non aggrediamolo troppo … potrebbe offendersi!  

     


04 Dicembre 2015, Ampelos - Vineria & Champagneria, Ferrara con Pietro C.

mercoledì 27 gennaio 2016

Vino (138) : Sancerre "Les Belles Dames" 2013

Domaine : Gitton Père et Fils - Ménétréol sous Sancerre, Val de Loire
Appellation : Sancerre
Cépages : 100% Sauvignon Blanc
Alcol: 12,5 % Vol.

La scritta “SILEX”, in bella evidenza sulla bottiglia, caratterizza subito la grande importanza del suolo quale responsabile del profilo organolettico di questo grande, e relativamente poco costoso, Sauvignon in sx Loira, Sancerre appunto.


Nella Loira la differenza fra i Sauvignon, Pouilly Fumé e Sancerre, e data proprio il terreno;  l’argilla calcarea con resti fossili (Kimmeridge) caratterizza in primi, mentre suolo chiamato "Silex", ovvero roccia sedimentaria composta principalmente da silice, caratterizza principalmente i Sancerre.
Questa semplificazione comunque ammette molte distinzioni ed eccezioni ma, non è questo il luogo per parlarne.
Parliamo invece del suo colore giallo paglierino luminoso, con i classici riflessi verdi del Sauvignon, consistenza notevole per un vino di soli 12,5°, cristallino.


Un naso complesso, minerale, affumicato, partiva con una nota gessosa che non sovrastava però un floreale nettamente di giglio ed un fruttato di agrumi, ma anche di ribes, classico dei vini rossi ma comune nei bianchi della Loira. Chiusura olfattiva con note terziarie, forse ginepro, sicuro liquirizia. 
In bocca una freschezza tagliente, croccante, supportata da una grande mineralità, con lampi agrumati che si facevano strada fra le stratificate note di pietra focaia; lungo finale, piacevolissimo, con ancora ricordi “gessosi” di ribes. 



Gran bel abbinamento con formaggi freschi e burrosi: Giuncata pugliese, Robiola tre latti piemontese, Burrata affumicata delle Murge e Strachitunt a due paste della Val Taleggio che hanno trasformato una semplice cena serale in una occasione da ricordare.

04 gennaio 2016, Rovigo, via X luglio, con la famiglia. 

lunedì 25 gennaio 2016

Vino (137) : BLANDY’S SERCIAL 5 YEARS OLD

Cantina : Madeira Wine Company S.A. Funchal - Portogallo
Denominazione : Sercial Dry Madeira
Vitigno : Sercial 85% - Altre 15%
Alcol: 19,0% Vol.

Il più “secco” dei Madera, il Sercial, trova la sua collocazione quale vino di apertura, da aperitivo, ma anche come evoluto vino da piatti compositi, dove l’abbinamento puntuale si perde in un rivolo di sensazioni gusto-olfattive di difficile inquadramento.
Meglio non potevamo quindi abbinarlo a delle OSTRICHE GRATINATE (cliccare!), composite di burro aromatizzato da poco aglio e prezzemolo, panatura con formaggio, vino bianco ecc.


Come direbbe Yoda “comportato lui bene ha fatto” anzi ci ha permesso di raggiungere un raro equilibrio gustativo.
Ma passiamo al vino, di un luminoso giallo grigio-dorato si è splendidamente mostrato con una veste consistente peraltro ampiamente giustificata dai 19,0° di alcol.
Naso infinito di legno aromatico, scorze d’arancia candite, anche con note appena appena più agrumate che ne definivano anche una discreta freschezza. Strano, per un vino ottenuto con il sistema “canteiro” e quindi di fatto riscaldato, che le note agrumate si sommassero anche a sensazioni floreali, non assopite dalle non banali operazioni di cantina.


Caldo, avvolgente in bocca, di fatto asciutto e ancora fresco ci ha consegnato note appena appena dolci, subito virate in gradevolissimi spazi di ossidazione, iodati, salmastri che si sono ampliati verso un persistente finale amandorlato.
Delle ostriche abbiamo già detto, quello che non riuscirò a materializzare è il grande piacere che questa serata mi ha, e spero ci abbia, dato. 



19 gennaio 2016, Trattoria “al Ponte” di Lusia con Carlo M, Guido C, Martina B, Paolo P, Giovanni B, Francesco M, Graziella M, Andrea P, Simone F, Annalisa T, Paolo C, Linda Z, Paolo P. 

lunedì 18 gennaio 2016

Altro (16) : BERTO ROSS DA TRAVAJ (Vermouth)

Antica Distilleria Quaglia, Castelnuovo Don Bosco (At)
Gradazione: 17% vol.
Vermouth Rosso da Lavoro alla Maniera di Torino


Vi ricordate del Leopardi che nel celeberrimo “dialogo della morte e della moda” diceva più o meno: Io son la moda tua sorella …  so che l'una e l'altra tiriamo parimente a disfare e a rimutare di continuo le cose di quaggiù.



LA MODA DEI VERMOUTH RITORNA, il fatto ha  però  poco da spartire con le nefaste conseguenze espresse dal Leopardi nel seguito del dialogo, infatti per quello che mi riguarda ho amato, amo ed amerò sempre le uniche sensazioni che il Vermouth è in grado di dare: forza ed aromaticità.

Non esce da questi canoni il BERTO ROSS DA TRAVAJ, appunto 17° di forza ed aromaticità in grado di creare piacere gustativo ed grandiosa possibilità di abbinamento.
Per propria natura il Vermouth (vino + alcol + zucchero + spezie) ha bisogno di una lunga macerazione e quindi, anche il nostro mostra si, un bel rosso granato, ma con chiari riflessi aranciati che ne indicano una certa necessaria maturazione; ottima consistenza in grado di riflettere e far scintillare la luce.
Un naso possente, ancora di vino rosso, subito però superato dalla potenza della vaniglia, scorza d’arancia amara, spezie dolci dove la noce moscata esce di prepotenza.


Morbido, con ancora barlumi di freschezza, entra in bocca con sensazioni pulite ed speziate di mandarino, in primis, portandosi poi su note più amare di pepe, cannella, liquirizia.
Grande ed infinita persistenza che appaga giocato così su un fantastico equilibrio fra dolcezza ed amarezza; “amaricante” diceva una celeberrima pubblicità dei tempi andati!
Gran bel aperitivo ghiacciato, a temperatura lievemente fresca, direi 12°, trova il suo massimo con l’abbinamento non del cioccolato puro (troppa durezza per lui) ma con i dolci al cioccolato dove si esprime al massimo.

La foto prima di iniziare a litigare ...
Questo abbiamo fatto abbinandolo a quattro capolavori di Biasetto; le parole sono inutili guardate la foto!!!

06 gennaio 2016, Rovigo, via X Luglio, in famiglia.
(Ringrazio Fabrizio “dei Trani” che mi ha dato la possibilità di questa degustazione).

venerdì 15 gennaio 2016

Vino (136) : SAMOS VIN DOUX NATUREL 2013

Cantina: Union of Vinicultural Cooperatives of Samos (Grecia)
Denominazione: AOC Samos
Uvaggio: Moscato bianco 100% 
Titolo Alcolometrico: 15,0 % vol.

Samos è un’isola greca in pratica addossata alle coste della Turchia, da cui si dice provenisse anche Pitagora; famosa ora per il suo moscato che è forse il vino greco più famoso a livello internazionale.


E ne ha ben donde quando si pensi che questo “muscat à petit grains” obbliga a vendemmie complesse e difficoltose, dove gli operatori lavorano su terrazzamenti a circa 800 m di altezza in quanto le uve maturano disordinatamente da agosto ad ottobre.
Questo vino viene prodotto sia nella versione fortificata che in quella Doux Naturel, appunto quella che andremo a degustare.
Di colore dorato pallido si presenta con una veste di accattivante consistenza e luminosità.
Un naso fantastico ricco di profumi primari del moscato che non coprono uno spettacolare floreale di petali di rosa e fior d’arancio; raro sentire un floreale così netto.


In bocca dolce, suadente morbido di albicocche in confettura, supermaturazione di melone e marmellata d’arancia.
Una buona acidità bilancia la dolcezza e le morbidezze date anche da un’alcol naturale che lo porta a 15,0°, non poco per un vino non mutizzato, ancora dolce, ancora moscato.
Persistenza infinita di frutta surmatura si snocciola piano, piano, anche su sensazioni minerali e leggermente iodate.
Un gran bel vino che ghiacciato potrebbe far impazzire con un melone e del prosciutto molto salato.


Bando alle nostalgie estive l’ho abbinato a delle “favette” appena, appena "unte" ricavandone, assieme ai miei amici di degustazione piacere e, personalmente, voglia di andarmene ancora una volta a far "piccolo cabotaggio" fra le Isole Greche........


14 gennaio 2016, “Tavernetta Dante” in Rovigo, con Valentina N. e Luciano P.

domenica 10 gennaio 2016

Vino (135) : Chateau Hermitage Mazeyres 2011

Domaine : Château Mazeyres Bordeaux - Rive Droite
Appellation : AOC Pomerol
Cépages : Merlot 80% - Cabernet franc 20%
Alcol: 13,0 % Vol. 


Pomerol è un distretto vinicolo del Bordolese posto sulla riva destra della Dordogna: è un distretto di soli vini rossi. Il vitigno base è il Merlot ma in questo Chateau Hermitage Mazeyres  viene impiegato anche il Cabernet Franc in significativa percentuale.


Il vino si presenta scuro, profondo di colore, dove il rubino è associato a decise tonalità violacee segno di gioventù, anche se la vendemmia è il 2011.
L’analisi olfattiva porta immediatamente a riconoscere note legnose, vanigliate, che trovano motivazione nell’affinamento per 15 mesi in barrique (forse troppo!); l’ulteriore sviluppo olfattivo conduce ad una dimensione di frutta, scura, dove l’amarena e la prugna la fanno da padrone: finale con lievi note speziate. 


In bocca vinoso, per certi versi giovane, con attacco tannico sensibile per la presenza di tannini, seppur fini, ma chiaramente percettibili.
Una discreta acidità ne segnala ancora la “gioventù” con chiusura comunque liscia, morbida, dove appunto il Merlot e le argille (meno nobili) del Pomerol si fanno sentire  con un lungo finale fruttato e poco sapido. 
Un vino che troverà il suo massimo diciamo fra 2 o 3 anni. Nel frattempo visto il basso costo (in relazione alla qualità) ne ho fatto una discreta scorta.


Ed appunto di poca sapidità avevo bisogno per abbinare questa “bondola de codega casalina”, grande regalo di Natale; abbinamento armonico con i tannini fini in contrapposizione con la non eccessiva untuosità del salume e la struttura gusto-olfattiva del vino in armonia con la classica aromaticità del cotechino. 

    


La Befana 2016, Rovigo, via X luglio, con la famiglia.

lunedì 4 gennaio 2016

Vino (134) : RESERVE VIDAL 2003 ICEWINE

Pillitteri Estates Winery -  Niagara-on-the-Lake, Ontario, Canada
Denominazione: VQA Icewine
Uvaggio: Vidal 100% 
Titolo Alcolometrico: 9,50 % vol.


Il Vidal è un vitigno ibrido, incrocio di Trebbiano e Rayon d'Or (uva ibrida “americana”) che presenta una buccia molto spessa che la rende resistente al freddo, qualità essenziale per la produzione degli Icewine.
Questi sono dei vini particolari ottenuti partendo da uve ghiacciate raccolte a Dicembre inoltrato che producono un succo concentrato di zuccheri ed acidi una volta eliminato il ghiaccio con una appropriata tecnica produttiva. 
Le zone di produzione principali in Europa sono la Germania e l’Austria ma da tempo un importante riferimento mondiale per questi vini è il Canada nella zona dei Grandi Laghi.


Pillitteri Estates Winery (manco a dirlo cognome siciliano) produce questo straordinario vino in bottiglie da 200 cc, tanto per fare intendere sulla qualità del prodotto, che si presenta alla vista di color mogano simile ai grandi TBA austro-tedeschi, consistenza sciropposa con infiniti archetti che scendono con una lentezza sconvolgente.


Un naso appunto infinito di pera matura, quasi cotta, litchi che porta verso un Gewürztraminer‎ maturo; fiori d’arancio e agrumi canditi completano un ventaglio odoroso che difficilmente potrà essere scordato (… e paragonato).
In bocca completa “baruffa” fra una dolcezza ed acidità che si attraggono “sinfonicamente” a vicenda, in un insieme completamente equilibrato ed armonico, dove note di albicocca, burro, zucchero caramellato, si fondono in un finale stratificato che chiude con note di papaya e mango.
Un grande vino, una grande esperienza. Nessun abbinamento!! 

Icewine Vidal 2003 Pillitteri: un'opera d'arte

03 gennaio 2016, Rovigo, via X luglio, in famiglia.

domenica 3 gennaio 2016

RU04 : NICARAGUA RUM 1999 SELEZIONE SAMAROLI

Rum maturato in Scozia, abbiamo degustato la bott. n° 373 di 744.
Rum di stile classico (non agricolo) imbottigliato nell’Aprile 2014 ha passato una quindicina d’anni in legni evoluti già a contatto con Sherry o Porto. 
Alcohol by volume: 45% .

Di un brillante Giallo paglierino si presenta associato ad una grande trasparenza e con una notevole consistenza. 

Alla prima rapida olfazione nasale (senza agitarlo) l'alcol, non eccitato, permetteva di intuire importanti note legnose dolci che esplicitavano in pieno la lungo affinamento in un luogo ideale, la Scozia, ed il contatto con “legni nobili e nobilitati dal contenuto precedente”.


La seconda olfazione, avvicinando il naso in mondo più deciso al bicchiere, portava a delicate sensazioni floreali di fiori gialli forse il ranuncolo o il dente di leone, tipologia “acacia” tanto per intenderci. 

La terza olfazione, introducendo in naso nel bicchiere, incrementava decisamente le precedenti note floreali, sino ad individuare una frutta decisamente esotica come ad esempio il platano sfociando verso un agrumato acerbo direi kumquat.

Infine roteando il bicchiere si poteva gioire di un complesso aromatico importante ed appagante, tessuto su note di frutta secca e noce di cocco.


In bocca la sua azione iniziale "bruciante" ha lasciato presto il posto a note più vellutate con spezie dolci a farla da padrone e note finali persistenti, lievemente ossidate. 
“Mama che bon”, non aveva bisogno di nessun accompagnamento, ma alla fine abbiamo ceduto ad una serie di praline ripiene… non siamo fatti di ferro!
Il solito grande Rum di Silvano Samaroli, un mito bisogna pur dirlo!!




13 novembre 2015, Trattoria "al Ponte" di Lusia (RO) con Luciano R.