sabato 29 novembre 2014

Vino (102) - La Spinetta Barbaresco 2002


Azienda: La Spinetta - Castagnole Lanze (CN)
Denominazione: D.O.C.G.
Vitigno :  Nebbiolo 100%
Gradazione : 14,5 %Vol


Una grande bottiglia italiana: era forse ora nella mia galleria di degustazioni, decisamente dominata dai bianchi.
In sintesi un Barbaresco di qualità estrema assaggiato, forse, nel suo momento massimo si splendore, data l'annata.


Infatti il 2002 è una vendemmia rientrata nella "normalità" dopo sei annate eccezionali con climi caldi ed asciutti; condizioni di umidità e di sviluppo di muffa grigia hanno costretto a cernite e scarti da parte dei viticoltori ottenendo di fatto una vendemmia giocoforza "tardiva" che ha connaturato il vino in modo diverso.
Un vino che si è presentato di un rubino profondo, ricco di morbidezza visiva e solo con qualche cenno aranciato sui bordi dell'ovale.


Un profumo ricco e "multidimensionale" che ha spaziato da mora, prugna e ciliegia, sino a catrame, cuoio humus, con un fondo di mineralità completamente espresso.
Tannini oramai vellutati (ricordiamoci della tipologia dell'annata) con una bocca decisamente speziata di cannella e noce moscata dove forse il legno finale poteva essere più equilibrato.
Poco male comunque in quanto, il tutto, era ancora inserito in un frutto fresco e sapido, forse il finale più adatto per l'abbinamento con il cibo.


Cibo, che visto che eravamo in ballo, abbiamo continuato a ballare ordinando un "orecchia di elefante" con abbondante tartufo che ha smorzato completamente (le peraltro poche) spigolosità del vino, sino ad un insieme equilibrato che raramente ci è dato "partecipare" (per ovvi motivi!!)... 


Dimenticavo, mentre aspettavamo la cotoletta ci hanno servito " a sorpresa" un uovo al tartufo; l'abbinamento con il Barbaresco non era perfetto ma abbiamo comunque "sopportato con dignità" e senza tanto protestare .. anzi!

21 novembre 2014, Trattoria "al Ponte" di Lusia (RO), con Sebastiano C. e Luciano R.

lunedì 24 novembre 2014

Vino (101) : DON PX MARQUÉS DE POLEY 1945


Bodegas Toro Albalá - Aguilar de la Frontera – Cordoba- Spain 
D.O. : Montilla-Moriles 
Uvaggio: Pedro Ximénez 100%  
Gradazione alcolica: 20,0 % Vol.


Mi sono avvicinato a questo vino quasi con un senso di rispetto, anche perchè: 2014-1945 = 69 anni non sono pochi e comunque decisamente di più dei miei!!

millenovecentoquarantacinque!!

Il Pedro Ximénez è da sempre uno dei miei preferiti anche se, l'amore sviscerato per questa straordinaria tipologia di vino, non mi può fare dimenticare un certo squilibrio dovuto ad una morbidezza effettivamente troppo accentuata, quasi sciropposa che, pur fondamentale per l'abbinamento con il cioccolato amaro, trova in degustazione un limite verso la stucchevolezza.

la 301-esima bottiglia di 324 

Il Don PX Marqués de Poley 1945 non presentava in alcun modo questo problema, elevandosi a vette di equilibrio gustativo che purtroppo raramente mi è stato possibile constatare di persona.

Interno della Etichetta (tipo libro!!)

Montilla-Moriles è il distretto più caldo della Spagna, ed in assonanza con il limitrofo Jerez de la Frontera produce questi grandi vini Pedro Ximénez dall'uva omonima, che di fatto è un moscato del tutto simile ad una famosa uva da tavola , il Bianco di Corinto.
La tecnologia di produzione è simile a quella dell'olio di oliva evo, nulla a vedere con la classica vinificazione, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano ....

Bottiglia finita

Torniamo a noi, alla vista, aggrappato al bicchiere, si è mostrato molto denso e molto scuro con riflessi aranciati quasi da tintura di iodio.
Un improbabile bouquet composito e speziato mi ha sconvolto facendomi, per diluizione, riconoscere prugne secche, cioccolato, noce moscata, liquirizia, tabacco ed aromi complessi di solera, per capirsi quelli che si riscontrano nelle grandi Marsale.
Pur essendo stato più di sessantanni in botti di rovere, in bocca si è segnalato per una dolce evoluzione, meravigliosa, non sciropposa come detto, con una concentrazione di frutta secca, cacao ed una persistenza infinita  di noce, con un dolce/amaro che lascia stupiti.
La possente nota alcolica non ha per nulla prevaricato il profilo gustativo che si è presentato completo ed integrato come capita, ad esempio, nei grandi Rum lentamente maturati in Scozia.

P.X. 1945   v/s   Gianduiotto

Avventura incredibile: dopo lo sgomento iniziale, ho deciso di abbinarlo (Over The Top) con la torta Gianduiotto del mio amico Maurizio della pasticceria Abazia di Badia Pol. chiudendo in crescendo quello che era già un punto di massimo ..... 

22 Novembre 2014, Trattoria "al Ponte" di Lusia (RO), con Sebastiano C. e Luciano R.


venerdì 14 novembre 2014

Vino (100) : de Ladoucette Pouilly-Fumé 2011


Domaine: de Ladoucette - Château du Nozet,Pouilly-sur-Loire
A.O.C.: Pouilly-Fumé 
Uvaggio: Sauvignon 100%  
Gradazione alcolica: 12,5 % Vol.


Il Pouilly-fumé de Ladoucette è un vino fresco, con note di agrumi, di grande mineralità.
Sintesi di una degustazione importante con protagonista un vino, grande ma non impossibile, che racchiude in se tutte le sfumate mineralità che il classico suolo di Pouilly-sur-Loire trasmette ai suoi vini. 


Il colore è un giallo dorato ma con belle sfumature verdi, consistente, senz'altro cristallino.
Al naso una pungenza iniziale di menta piperita, si fonde per diluizione con sensazioni aromatiche di basilico ed agrumi; fiori finalmente espressi, non coperti, con riconoscimenti sicuri di acacia e glicine e con sensazioni terrose che ricordano le felci. 
Il tutto amplificato dalle note minerali complesse ma non prevaricanti.


In bocca una nota vegetale, dannatamente fresca ma non stridente, che porta a note frutatte di mela verde, pera e pompelmo.
Le sensazioni gessose e minerali rivelano infine, un vasto tessuto, che si estende in un finale persistente, ma non monocorde, che fonde il minerale con il fresco fruttato.
Un grande vino figlio del suo territorio, la parte a sud-ovest della Valle della Loira, dove i Sauvignon trovano le maggiori espressioni ; un sorso che accende un desiderio di farsi conoscere, di farsi assaggiare, di non stancare mai.
Bottiglia finita !! 
Se fossi stato allo straordinario ristorante "A Spurcacciun-a" a Savona l'avrei abbinato con questo "piattino" di crudo .....



12 novembre 2014, Trattoria "al Ponte" di Lusia (RO) con il patron Luciano R.


domenica 2 novembre 2014

Vino (99) - SAPERAVI 2012 Special Collection


Kakhetian Traditional Winemaking - Tbilisi, Georgia 
Uvaggio :100% Saperavi
Gradazione : 11,5 %Vol

Il Saperavi (letteralmente "pittura, tintura"), a causa della sua intensità di colore scuro-rosso, è un vitigno autoctono della  Georgia, dove è usato per fare molti dei vini caratteristici della regione.

Grappolo di Saperavi

Queste uve sono diffuse anche altre regioni dell'Europa orientale e, più di recente, tale Cultivar è stato introdotto nelle regioni vinicole del Nuovo Mondo; in particolare a Finger Lakes, New York. Ha inoltre mostrato risultati promettenti per alcuni coltivatori in Australia, dove è stata pioniera nella Regione Valle del Re nel Nord Est Victoria.
Importante e caratterizzante è anche la tecnica di vinificazione praticata per questo vino che prevede l'impiego  di vasi di creta interrati in modo da ridurre l'azione ossidante e per preservare le note semplici e fruttate del vino. 


Abbiamo degustato un vino ricco di estratto con un bouquet caratteristico, un gusto armonico e una piacevole astringenza. Privo di adattamenti ed arrotondamenti dati dal legno si è presentato con una veste spoglia ma di grande impatto che ci ha fatto riconciliare con un vino decisamente armonico nel quale i profumi puliti di "vino" erano predominanti. 
Quindi un vino rosso rubino profondo, secco, e con un distinto bouquet floreale e fruttato, con acidità lieve e toni di prugna, frutta matura e ciliegia. 


Al palato si è imposto per l'equilibrio e l'armonia, con un finale lungo di caramella alla frutta e una struttura che ha fatto intuire una buona predisposizione per l'invecchiamento.
Pulizia Totale!!! 

Tempo di Halloween 



28 ottobre 2014, ANTICO CANEVONE LOUNGE PUB a Rovigo con Pietro C., Francesco M., e l'impalpabile presenza del mitico Joe.