mercoledì 27 aprile 2016

Vino (149) : CHÂTEAU BEAU RIVAGE 2011 BORDEAUX SUPERIEUR

Cantina : Château Beau Rivage, Macau-en-Médoc 
Denominazione: AOC Bordeaux Supérieur
Uvaggio: Merlot 50% - Cabernet Sauvignon 50% 
Titolo Alcolometrico: 12,5 % vol.



Un vigneto nel cuore del Médoc, a Macao, appena al di sotto Margaux, dove una giovane enologa, Christine Nadalié, imposta conduzione e produzione con concetti chiari di agricoltura biologica.
Si tratta dei classici vitigni bordolesi (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot e Malbec) con impianti che presentano anche vigne di circa 40 anni, che permettono di ottenere vini che si stanno imponendo per varietà e profondità aromatica.


Non sfugge a questa impostazione il nostro vino che su una veste scura e profonda mostra consistenza e spettro olfattivo davvero mirabile. 
Mantenendo il calice fermo e in posizione verticale, la prima olfazione porta ad individuare aromi intensi di prugna e ribes oltre all'inconfondibile nota di vaniglia, testimone dei 18 mesi di maturazione in barrique.
In seconda battuta ricercando le note di complessità si individuano aromi di liquirizia, tabacco, cannella, cioccolato, noce moscata e una piacevole sensazione balsamica che ricorda l'eucalipto. 
Le usuali note piraziniche di peperone verde sono qui sfumate fatto che segnala una buona e lenta maturazione dell’uva in vigneto.
In bocca l'astringenza dei tannini è ben percettibile, pur tuttavia non risulta eccessivamente aggressiva grazie alla equilibrata nota alcolica ed alla piacevole morbidezza conferita dalla maturazione.


La degustazione porta inoltre ad individuare una buona corrispondenza con il naso, in particolare i sapori di ribes, prugna e amarena si stratificano nella garbata persistenza che chiude con limitate note sapide. 
Un vino sicuramente di seconda fascia ma ben equilibrato e piacevole che ho abbinato con il cotechino impanato e fritto preparatoci dallo chef Enrico Rizzato della Trattoria “al Ponte” di Lusia. 



La comunque modesta untuosità del cibo è stata ben equilibrata dalle note tanniche che assieme alla decisa aromaticità gusto-olfattiva del vino hanno creato un mix vincente di piacevolezza e buon gusto.    


16 Febbraio 2016, Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO), con Marco T. e Luciano R.

lunedì 18 aprile 2016

RU05 : BRASIL RHUM 1999 SAMAROLI

Rum da botte singola
Imbottigliato: 2011 - Maturato in Scozia
120 bottiglie da 70 CL e 264 bottiglie da 50 CL
Bott. n° 119 di 120 (da 70 CL).
Gradazione alcolica: 45,0 % Vol.


La cachaça è un'acquavite, comune in Brasile, ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero. Di solito si ottengono prodotti semplici che non si possono definire, come in questo caso, RHUM. E’ questo un prodotto di straordinaria qualità che merita completamente quest’ultima definizione, maturato in Scozia, è stato imbottigliato nel 2011 e quindi con una permanenza in botte di 12 anni, normalissimo periodo permesso dal fumoso clima scozzese; un pari tempo sarebbe impensabile nel paese d’origine!!



Di colore giallo paglierino chiaro, particolarmente luminoso, con lacrime fitte e lente che danno il segnale di un alcol complesso ed estremamente aromatico.
Del lungo passaggio in legno la prima olfazione, a bicchiere fermo, segnala note precise di vaniglia e caramello, ben integrate fra di loro.
La seconda olfazione, più ravvicinata al bicchiere, conduce a sensazioni di fiori gialli, ginestra in primis, fuggenti e sovrastati dalle sensazioni alcoliche.
La terza olfazione, con accorta rotazione del bicchiere, evidenzia precise note di frutta sotto spirito, uva passa tipica del “finepasto” veneziano, che arriva a note più intriganti ed evolute di papaya e mango.
La rotazione finale del bicchiere porta senza indugio a ricordi di nocciola, mandorla e burrosa caramella mou, quelle polacche per intenderci.



In bocca asciutto e pieno, caldo ma non devastante, con eleganti note di quercia ed ancora vaniglia, ed un gradevolissimo finale speziato dove precise note di zenzero la fanno da padrone.

Finita l’attenta degustazione, abbiamo abbinato al Rhum (come al solito peraltro) una fetta cadauno della TORTAGIANDUIOTTO del mio amico Maurizio della pasticceria L'Abbazia di Badia Polesine, uno dei dolci più intriganti che io conosca, direi unico nell’abbinamento con il Rhum !!!


16 Febbraio 2016, Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO), con Marco T. e Luciano R.


venerdì 15 aprile 2016

CKT 01 : COCKTAIL FRANCIACORTA


Si tratta di una mia versione di un classico Cup, cocktails a base di vino o spumante con giunta di piccole quantità di distillati e frutta.
Invece del classico Champagne qui impiego un dignitoso Franciacorta, impiego inoltre dei distillati alternativi alla classica ricetta, ottenendo comunque un onorevole risultato (classico e classica sono volutamente ripetuti). 


Ingredienti per una persona
1,5 cl di Triple Sec Luxardo
1,5 cl di Stravecchio Branca
Franciacorta freddissimo
una fetta di arancia
una zolletta di zucchero
4 gocce di Angostura all’arancia



Raffreddare una coppa da Martini e versare i due distillati; riempire il bicchiere con il Franciacorta freddissimo, aggiungere la fetta di arancia che galleggerà nel bicchiere, su questa adagiate la zolletta di zucchero sulla quale avrete versato 4 gocce di Angostura all’arancia.
Quale corollario finale, nel bicchiere vuoto nel quale saranno rimaste sia la fetta di arancia che una parte della zolletta di zucchero aromatizzata, versate ancora un po’ di Franciacorta freddissimo completando così (a mio parere) un gran bel aperitivo, finalmente diverso ed alternativo ai soliti standardizzati, che oramai mi danno puntualmente una malinconica tristezza.  



14 aprile 2016, Trattoria “ai Trani” a Rovigo, con Carlo M. e Pietro C.


Vino (148) : CHAMPAGNE FRANCIS ORBAN BRUT RÉSERVE VIEILLES VIGNES

Domaine :  Champagne Francis Orban - Leuvrigny (Vallée de la Marne)
Appellation :  AOC CHAMPAGNE BRUT RÉSERVE (RM)
Cépages : Pinot Meunier 100% (50% vino di annata e 50% riserva).
Alcol: 12,0 % Vol.

Mi mancava, uno Champagne tutto di Pinot Meunier, un “blanc de rouge” per così dire, una chiara espressione di un territorio, la Vallée de la Marne, dove il Pinot Meunier (Mugnaio) trova la sua massima espressione.


Nascono in questa zona vini fruttati e ricchi di acidità, basi essenziali di spumantizzazione che portano a champagne intriganti, di grande morbidezza e bevibilità.
Non esce da questo cliché quello degustato, morbido, con un residuo zuccherino importante per uno champagne (9,0 gr/l), normalmente troppo per ottenere prodotti di grande finezza, che invece in questo caso, sostenuto appunto da una mirabile freschezza, hanno portato ad un eccellente risultato.
Si tratta quindi di uno spumante decisamente fine, di un bel colore giallo dorato, brillante e con un mirabile ed intrigante perlage.


Al naso risulta floreale e fruttato con una intensa gradazione odorosa di fiori bianchi (biancospino) e di frutta gialla evoluta verso sensazioni odorose di frutta esotica, complessa, quale mango e papaya, con la nota calda finale di lievito e di crosta di pane.
In bocca nervoso, fresco, piacevolmente morbido, con un corpo non eccessivo che dona aspetti gustativi verso l’albicocca e la pesca gialla; persistenza non eccezionale ma gradevole di agrumi ed ancora lieviti. Esaurito l'effetto della CO2 si può apprezzare un finale sapido e minerale.


Grande aperitivo diurno, in pratica un veloce pranzo informale, che ha accompagnato in modo esaltante un piatto di formaggi ed affettati all’altezza, contornati da dei crostini caldi di pane conditi con un fruttato olio marchigiano che lo hanno assolutamente esaltato.
      

14 Aprile 2016, Ampelos - Vineria & Champagneria, Ferrara con Gianluca F.

lunedì 4 aprile 2016

F(07) : DEGUSTAZIONE FORMAGGI FRANCESI 26.03.2016

Una piccola premessa, la dicitura “fromage fermier” o “fromage artisanale”  è riservata ai formaggi prodotti esclusivamente a latte crudo proveniente da un’unico allevamento o gregge subito dopo la mungitura. Le draconiane norme igieniche imposte dalla “mamma” Unione Europea ( .. ci vuole più Europa, vaffan….) rischiano di farli scomparire o in alcuni casi lo hanno già fatto.
La dicitura “fromage laitiere” è prodotto in caseificio con latte proveniente da diversi allevamenti ed il latte è ovviamente pastorizzato; nulla di male, grandi formaggi, come il primo nostro, non possono essere prodotti in nessun altro modo e ciò va bene non dovendo essere però questo un limite alla qualità ed al gusto.
Tanto più che le intossicazioni da formaggio negli Stati Uniti (solo latte pastorizzato) sono di fatto dieci volte maggiori di quelle denunciate in Francia, è vero gli Stati Uniti hanno più abitanti … mah!! 


Formaggi in ordine di degustazione:

BRILLAT-SAVARIN (Normandia, anche in Borgogna) 
Classico formaggio a latte vaccino pastorizzato arricchito di panna, è un prodotto che affina 4-5 settimane durante le quali si ricopre di una crosta fiorita dalla quale spunta una caratteristica lanuggine.
Un naso tessuto su note delicate di panna e muffa, in bocca dona sensazioni di dolcezza, morbidezza e vena appena appena acidula; il tutto con una veste complessiva di grande finezza, un formaggio, nella sua semplicità, esaltante!


SOUMAINTRAIN (Borgogna)
Quello degustato è un formaggio fermier, a latte crudo, ma questa tipologia Borgognona può essere prodotta anche con latte pastorizzato. Prodotto senza caglio si ottiene per coagulazione lattica in circa 10 ore a 32°. E’ un formaggio molto antico legato all’Abazia circestense di Pontigny, in Borgogna, per capirci ad una quindicina di chilometri da Chablis, ed assomiglia come aspetto ai più noti Époisses e Langres, sempre della stessa zona; i produttori rimasti non sono più di 4 o 5 e stanno tentando di ottenere la AOC.  
E’ un crosta lavata frequentemente con acqua e sale sino allo sviluppo del bacterium linens che colora di rosso/arancio la crosta.
Una pasta ben compatta presentava un odore penetrante, quasi animale o vegetale di humus. In bocca un gradevolissimo gusto lattico, leggermente amaro in fondo con note precise di fungo ed erba fresca; veramente un ottimo prodotto da abbinare con il grande Pinot Nero che abbiamo bevuto.


                                                                                                                           
COMTÉ (Franche-Comté)
E’ stato uno dei primi formaggi francesi tutelato dalla AOC, è un formaggio a latte crudo con sole vacche della zona, viene prodotto con caglio di vitello e dopo le solite operazioni affinato da 6 a 24 mesi.
Quello degustato aveva un affinamento superiore ai 12 mesi e si presentava con una crosta solida di color bruno.
Al naso un delizioso profumo fruttato e floreale, caratteristico, con un assaggio preciso di note sapide e dolci allo stesso tempo ed infinita persistenza di nocciola. Grande formaggio!!


BLEU DE TERMIGNON (Alta Savoia ai confini con L’Italia)
Un altro formaggio a latte crudo, prodotto in alpeggio da non più di 5 artigiani, ha il suo duale nel versante Italiano chiamato Murianengo.
Si produce appunto nel paese di Termignon con una cagliata che viene cotta due volte e diventa erborinato “da solo” senza inseminazione di Penicillium Roqueforti come in generale avviene per tutti i formaggi “Bleu”.
Lo sviluppo dell’erborinatura avviene però lentamente ed in modo irregolare.
Il nostro degustato non aveva ancora sviluppato l’erborinatura ma ne possedeva già il timbro organolettico. Un naso pieno di aromi alpini, erbe aromatiche e muffe nobili, si presentava con una pasta granulosa di colore giallo tenue; in bocca possente e delicato allo stesso tempo, dava nette sensazioni di grassezza, gusto aromatico caratteristico, dolce e infinita piccantezza. Unico nel panorama degli erboranti.   


Vino in abbinamento
Con questi rari e ricercati formaggi ho dato fondo alla cantina abbinandoli ad un grandissimo di Borgogna il Clos-de-Vougeot Gran Cru di Labouré-Roi del 2002.
L’abbinamento è risultato completamente armonico per i due formaggi centrali (SOUMAINTRAIN e COMTÉ), leggermente sopra le righe ma piacevolissimo con il BRILLAT-SAVARIN, ed un po’ in lotta con il BLEU DE TERMIGNON, al vino, pur con un corpo completamente in armonia con il formaggio, mancava un po’ di morbidezza ….. dimenticavo, le schede di degustazione del vino, per due annate, la potete trovare sul mio blog cliccando qui sotto:




Questa degustazione, come quasi tutte, si è  basata sui formaggi selezionati dall’amico Luca Faggioni, patron della “Bottega del Buongustaio” a Cerea VR 

26 marzo 2016, Via X luglio 44, Rovigo