domenica 28 febbraio 2016

Altro (18) : MEZCAL Marca Negra Espadin

Luogo di produzione: Oaxaca - Messico meridionale
Tipologia: MEZCAL 
Materia prima: Agave Espadin (30 tipi diversi) 
Gradazione alcolica: Vol. 51,1%


Il MEZCAL è considerato il cugino rude e selvaggio della più famosa TEQUILA; differisce da quest’ultima per il fatto che è prodotto della sola parte centrale dell’Agave (piña) che viene cotta lentamente per 5 giorni con pietre infuocate in buche nel terreno.
Tale fatto dona al prodotto uno straordinario gusto-olfattivo affumicato di rara e introvabile eleganza quando, ovviamente, ci si imbatte in prodotti di qualità come senz’altro e successo nel caso in esame.


Per il nostro la fermentazione è naturale con lieviti aerobi in tini di legno. Il processo di fermentazione dura diversi giorni a seconda delle condizioni locali; la doppia distillazione avviene poi in alambicchi in argilla (fantastico!!).
Per aromatizzare certi tipi di MEZCAL viene depositata all'interno delle bottiglie una larva d'insetto che viene comunemente definito verme, ma è in realtà la larva di un coleottero; nulla di tutto questo nel prodotto da noi degustato.  
Contrariamente alla maggior parte dei distillati il MEZCAL di pregio va consumato giovane per non nascondere gli straordinari selvaggi sentori originali: anche questo è il nostro caso.


Alla vista si presenta con grande limpidezza senza velature e senza particelle estranee, brillante e decisamente consistente.
Alla prima olfazione (nessuna rotazione e naso distante dal bordo del bicchiere) bei sentori vegetali, grassi, senza alcun tipo di note terziarie. Avvicinando il naso, ancora senza roteazione, si notano ancora profumi vegetali più netti di erba e floreali di acacia e giglio. Alle terza olfazione con il naso entro il bicchiere, ancora senza rotazioni sensibili per non eccitare l’alcol, netti sono i sentori agrumati ma ancor più presente è la ricordata nota affumicata che troveremo completa nella quarta olfazione, roteando leggermente il bicchiere, che ci porta inoltre verso fresche sensazioni speziate di pepe bianco non invasivo. Ho notato che la massiccia presenza di alcol comunque non ha inibito l’azione olfattiva che, come descritto, ha permesso di un buon ventaglio di riconoscimenti.


Il palato parte da piena sensazione alcolica, fumosa, che però lascia presto il posto ad una buona scivolosità, con qualcosa di “burroso” ed un finale, pur alcolico, che ricorda lo yogurt.
Mi sono ritrovato sorpreso, appagato, affumicato, arricchito da un mondo rurale non ancora scomparso.

20 febbraio 2016, “la Peca” a Lonigo (VI), con Carlo M.

giovedì 25 febbraio 2016

Vino (143) : OLOROSO DE JEREZ ALMACENISTA “PATA DE GALLINA”

Cantina : Emilio Lustau - Jerez De La Frontera, Andalucia, Spain
Tipologia :  Sherry Oloroso
Vitigno : Palomino Fino 100%
Alcol : 20,0 % Vol. 

La “crianza”, che potremo tradurre con “affinamento”, indica lo stile con il quale vengono appunto affinati gli Sherry nella zona di Jerez de la Frontera in Andalusia (sud della Spagna). Semplificando si possono definire due tipi di “crianza”, la CRIANZA BIOLÓGICA in presenza di “flor” e la CRIANZA OXIDATIVA, dove la “flor” viene eliminata essenzialmente innalzando il grado alcolico del vino sopra i 17,0% vol.


La “flor” è lo strato di lieviti che si forma sulla superficie del vino all'interno della botte scolma, che di fatto protegge il vino dalla ossidazione ottenendo diversi stili di Sherry; il Fino, la Manzanilla e l’Amontillado sono prodotti in queste condizioni per così dire “biologiche”. Stili diversi, senza la presenza di “flor”, portano alla produzione di Sherry più scuri ed aromatici quali l’Oloroso, il Palo Cortado e il Pedro Ximenez.



Ma focalizziamo l’attenzione su questo OLOROSO, ottenuto senza “flor” dunque, la cui definizione ALMACENISTA indica che l’elaborazione del prodotto è avvenuta in  straordinarie piccole cantine, da produttori “illuminati”, i cui prodotti sono poi acquistati e commercializzati da imprese più grandi come in questo caso dalla celeberrima Lustatu di Jerez De La Frontera.
Di color mogano chiaro, impegna il bicchiere con la sua infinita consistenza, facendosi attraversare dalla luce, rendendola brillante con verdi riflessi di bordo.
Olio di noce in primis, seguito dal caramello, dalle mandorle dolci della fiera, dalla nocciola si impongono nette alle prime olfazioni che in seguito, per diluizione, portano senz’altro alla scorza di arancio, al torrone, alla crème brulée, alla cannella: basta!!


Peraltro OLOROSO in spagnolo significa 'profumato' e questo “PATA DE GALLINA” ne ha ben d’onde; a proposito “PATA DE GALLINA” (zampa di gallina) è il segno schematico che i cantinieri disegnano sulle botti che contengono “Olorosos” di sicuro pregio.
E’ chiaro che questo prodotto non tradisce in bocca presentandosi liscio e “glicerico”, con il notevole alcol perfettamente amalgamato, morbido quindi, con sensazioni gusto-olfattive che spaziano fra “tutte le sfumature della nocciola” con un finale lunghissimo, minerale e polveroso che riporta al gesso di cui è fortunatamente ricco il suolo di Jerez.


Dopo la degustazione e catturate le sensazioni che ho cercato di descrivere, lo abbiamo abbinato a formaggi non erboranti, con i quali non sarebbe andato in sintonia, prolungando il piacere e la netta convinzione di aver avuto di fronte un grande vino.   

20 febbraio 216, Superistorante “la Peca” a Lonigo (VI), con Carlo M.

martedì 23 febbraio 2016

F(05) : DEGUSTAZIONE MONTASIO 19.02.2016

Il  Montasio è un formaggio a pasta cotta, semidura, ottenuto esclusivamente con latte bovino prodotto nella zona di produzione (Friuli ed alcune zone del Veneto); il caglio è di vitello e dopo la prima coagulazione a 32/34 °C e la relativa rottura della cagliata a chicco di riso, la massa viene poi riscaldata a 44/46 °C tanto appunto da poterlo definire “a pasta cotta”.

il suo utilizzo è caratterizzato da quattro stagionature:
- Fresco oltre i 60 giorni di stagionatura
- Mezzano oltre i 4 mesi di stagionatura
- Stagionato  oltre i 10 mesi mesi di stagionatura
- Stravecchio oltre i 18 mesi di stagionatura.

I formaggi degustati sono stati prodotti dalla Latteria di Summaga, a due passi da Portogruaro (VE), appunto in zona DOP per il Montasio.
Sono state degustate tutte e quattro le stagionature in un crescendo gustativo di vera piacevolezza e che mi ha convinto che questo sia l’unico modo per affrontare seriamente un formaggio di questo pregio e tradizione.

Le “quattro sfumature di Montasio”

Fresco con circa 60 gg. di stagionatura
Gran bel formaggio, morbido e delicato con pasta ancora elastica ed occhiatura uniforme; odore lattico ed lievemente erbaceo, sapore gentile ma con note di personalità verso una giusta acidità ed una piccantezza appena accennata. 

Mezzano con circa 4 mesi di stagionatura
Il colore tenta a virare verso un giallo paglierino deciso e la pasta perde in elasticità diventando appena, appena friabile. L’aroma diviene più maturo e si iniziano a percepire anche aromi più strutturati con note erbacee di fieno e trifoglio, si percepisce una leggera piccantezza stemperata da sensazioni di dolcezza indiretta, attivata dalla masticazione. 

Cabernet Sauvignon 2013 e Montasio DOP 

Stagionato con circa 10 mesi mesi di stagionatura
L’occhiata comincia a non essere più percettibile, su un fondo oramai di colore giallognolo e di consistenza friabile. Aromi evoluti di erba secca che si porta verso sensazioni anche fruttate. Piccantezza non eccessiva ma percettibile con bellissimo retrogusto di nocciola.

Stravecchio oltre i 18 mesi di stagionatura
Il colore della pasta diventa decisamente giallognolo e la crosta assume un colore marron chiaro. Le note olfattive sono qui decisamente virate verso la frutta secca percependo un deciso aroma di fichi secchi. In bocca sapori evoluti verso una speziatura dolce con retrogusto finale, piacevole di orzo tostato.

Cabernet Sauvignon 2013 di Borgo Stajnbech

Il vino: Il suadente Cabernet Sauvignon 2013 di Borgo Stajnbech, azienda della zona con sede in Belfiore di Pramaggiore (Venezia)  a 10’ dalla latteria di Summaga. Un rosso fresco ma sorprendentemente morbido che ha accompagnato egregiamente le “quattro sfumature di Montasio” sempre non prevaricando ma in piena sintonia con le note dolci e via via speziate della degustazione.
Non è questa la sede per la scheda di degustazione specifica del vino che comunque presenterò a breve sul BLOG.  


19 febbraio 2016, Rovigo via X Luglio, con la famiglia.

giovedì 18 febbraio 2016

Vino (142) : CHABLIS SAINT PIERRE ALBERT PIC 2012

Domaine :  de Ladoucette - Château du Nozet, Pouilly-sur-Loire
Appellation :  Appellation Chablis Contrôlée
Cépages : Chardonnay 100%
Alcol: 12,5 % Vol.

Parliamo della più antica maison di Chablis presente dal 1775 ora di proprietà di “de Ladoucette” il produttore unico ed irripetibile del famoso Baron de L la massima espressione del Sauvignon nella sua versione Pouilly Fumé.


Il suolo in questa zona settentrionale della Borgogna presenta marne e calcari argillosi caraterizzati dalla presenza di fossili, “subito disponibili” a cedere mineralità sferzante al vino. 
Caratteristica ampiamente presente in questo Chablis Saint Pierre Albert Pic che, anche per selezioni clonali e conduzione maniacale del vigneto, è in grado di dare sensazioni di fatto uniche, quasi una mineralità per così dire “esotica” per pienezza e persistenza. 
Di un tenue color giallo paglierino presenta comunque riflessi brillanti con buona, se non ottima, consistenza.


Un naso selvatico, ma non solo, trasporta attaverso le  successive rotazioni , verso note decisamente fruttate, non banali ma evolute, di frutta esotica per finire con importanti sentori iodati e sassosi.
Importante trama gustativa con freschezza presente, ma non eccessiva, in equilibrio con una mineralità tipica degli Chablis di cui rappresenta in pieno la tipologia.


Ricordo una nota finale lievemente amarognola, unica per precisione e fantastica per l’abbinamento a cui avevo pensato.
Anguille fritte, di piccola dimensione, parecchie volte trattate in questo blog, sempre con ottimi risultati, ma stavolta li abbiamo superati tutti.


Grassezza e mineralità hanno magicamente interagito verso un piacere “edonistico”, gustativo, veicolo principe per piaceri più ampi, ricercati, appaganti!!  
    

16 febbraio 2016, Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO), con Marco T.

domenica 14 febbraio 2016

Vino (141) : "SULÈ" CALUSO PASSITO 2007

Cantina : ORSOLANI - San Giorgio Canavese TO
Denominazione : DOC Caluso Passito
Uvaggio : Erbaluce di Caluso 100%
Alcol: 14,5 % Vol. 


Il nome Erbaluce corrotto dall’antico “Alba Luce” risalirebbe  all'epoca Romana e quindi dal latino Alba Lux, per la caratteristica degli acini di assumere un deciso colore rosato-ramato, il colore dell’albeggiare, all'apice della loro maturazione.


La ristretta zona di produzione è il Canevese, territorio che si estende a nord di Torino fino alla Valle d'Aosta. La diffusione dell'Erbaluce è praticamente limitata in questo territorio e, in particolare, al comune di Caluso in provincia di Torino.
L’Erbaluce è vinificato in diversi stili, fermo, spumante e passito ed appunto su quest’ultima tipologia intendo soffermarmi descrivendo le mie note di degustazione per questo straordinario vino passito "SULÈ" 2007 di una ditta, Orsolani, che in pratica vinifica tutte le tipologie appena elencate.


Di un colore dorato intenso, presenta notevole consistenza in una veste decisamente cristallina, segno evidente che in bocca troveremo grande freschezza a controbilanciare la decisa dolcezza fuggendo, in questo modo, da ogni pericolo di “stucchevolezza”.
Al naso le note principali sono quelle fruttate, evolute, di frutta surmatura, poi miele di castagno, fichi secchi per finire, dopo lente ma abbondanti rotazioni, con note più amare di liquirizia e zafferano.
L’analisi visiva è stata come ovvio confermata dall’esame gusto-olfattivo che permette subito di individuare la grande dolcezza ben bilanciata dalla acidità che rende il tutto decisamente piacevole ed accattivante.
Gustativamente si propone con netti sentori di mandarino, cedro candito, spezie dolci con la vaniglia che la fa da padrona. La persistenza finale è notevole, stratificata da dolce a speziata dove appunto si ritrova un lungo finale di liquirizia.


Grande vino da formaggi erboranti, noi però in un fine pasto di grande pesce, in Liguria, dopo la degustazione lo abbiamo abbinato ad un morbido babà con gelato di vaniglia ottenendo, sicuramente non il massimo, ma potremo senz’altro ritornare e ripetere la prova!!  

30 luglio 2014, “Molo Ristorante” a Savona con Mosè P., Giovanni B. e Matteo A. 

sabato 13 febbraio 2016

54 - Cucina : SPAGHETTI LUCCIOPERCA E POMODORO SU RISTRETTO DI LARDO E PARMIGIANO



Il piatto !!

SUGO POMODORO E LUCCIOPERCA
Dosi indicative 
1000 gr pomodoro a dadini
2÷3 teste di luccioperca
500 dl fondo di verdure
olio evo - aglio - timo - cipolla tritata
sale - pepe

Fare andare in una pentola la cipolla tritata e l’aglio intero, aggiungere il timo fresco tritato grossolanamente. Prima che prenda colore aggiungere le teste dei luccioperca spaccate a metà e fare soffriggere bene. Aggiungere il pomodoro a cubetti e poi il fondo di verdura. Fare cuocere per circa 45’ aggiungendo ancora liquido se il sugo asciuga troppo. Regolare di sale e pepe, frullate con il mixer dopo aver eliminato le teste e passare al chinois, pestando bene per fare passare la polpa del pesce staccatasi dalle teste. 

Il sugo luccioperca e pomodoro
  
FILETTI DI LUCCIOPERCA 1
Tagliare a tocchetti piccoli i filetti di Luccioperca circa 30 gr a persona e spadellarli brevemente con olio, sale e pepe. Aggiungerli al sugo di pomodoro ed amalgamare brevemente.

FILETTI DI LUCCIOPERCA 2
Infarinare un pezzo di filetto (30÷40 gr) per persona e friggerlo in olio evo, salare e tenere in caldo.

I filetti di luccioperca

RISTRETTO DI LARDO E PARMIGIANO 
Far rosolare in una padella delle fettine sottili di lardo con pochissimo olio evo, alloro ed aglio intero. Una volta che tutto è insaporito aggiungere del fondo di verdura e fare bollire per qualche minuto. Aggiungere del parmigiano grattugiato e frullare il tutto con il mixer dopo aver eliminato alloro ed aglio, fare addensare ed eventualmente riportare a bollore aggiungendo un po’ di maizena; deve risultare una crema fluida.

SPAGHETTI
Cuocere al dente gli spaghetti, di buona qualità, in H2O salata. 

IL PIATTO
Porre sul fondo del piatto una giusta dose di RISTRETTO DI LARDO E PARMIGIANO, aggiungere gli spaghetti conditi con il SUGO POMODORO E LUCCIOPERCA e guarnire in superficie con il FILETTO DI LUCCIPERCA FRITTO.  

Hora Prima: abbinamento di elezione!!

Il piatto è stato presentato tre volte in diverse manifestazioni: 

ENOZIONI N. 7
Trattoria “ai Trani” di Rovigo il 27 NOVEMBRE 2008 in una serata a tema denominata “IL POLESINE REINVENTATO”.
Vino in abbinamento: BARDOLINO CHIARETTO 2006 CLASSICO DOC (DOMINI VENETI) 


ENRICO E L’INGEGNERE N. 3
Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO) il 28 giugno 2013 in una serata denominata “A VOLTE RITORNANO ….”
Vino in abbinamento: PINOT GRIGIO 2011 - DOC PIAVE (MOLETTO)


LA CUCINA CREATIVA DI ULISSE AVANZI INCONTRA I VINI DELL’ABBAZIA DI PRAGLIA
RISTORANTE “Dispensa Ferrari” di Rovigo il 03 febbraio 2016 in una serata della Associazione Italiana Sommelier di Rovigo.
Vino in abbinamento: HORA PRIMA 2011 Bianco delle Venezie IGT (50% Chardonnay – 50% Garganega) - (ABBAZIA DI PRAGLIA)

sabato 6 febbraio 2016

Vino (140) : GEWURZTRAMINER RESERVE 2013 ALBRECHT

Domaine : MARIE ET CECILE ALBRECHT - Orschwihr - Alsazia (France)
Appellation : Alsace AOC
Cépages : Gewürztraminer 100%
Alcol: 13,0 % Vol. 

Gli Albrecht, oggi di fatto Marie et Cécile, nel paese di Orschwihr in Alsazia, posseggono una trentina di ettari con la parte preponderane del gran cru alsaziano Pfingstberg.
Il vino in questione è una couvée di vitigni di piano (il gran gru è in collina) ma assemblati in modo egregio per un prodotto di grande qualità.
I terreni dunque prevalentemente argillosi danno vita a vini da Gewürztraminer con indicatori odorosi particolari, precisi e complessi.


Di un pallido giallo paglierino, luminoso, denota comunque grande consistenza a cui non saranno estranei i 13,0° di alcol.
Aromi complessi ed impattanti descrivono tutte le sfumature dei vini aromatici: petali di rosa in primis e poi litchi, frutta tropicale con finale speziato, preciso di pepe rosa.  
In bocca morbido e suadente, fruttato estremamente equilibrato, con freschezza non in evidenza, ma come è noto il fatto accomuna quasi tutti i vini Alsaziani.
Il finale si indirizza, per diluizione, verso precise note agrumate, minerali e con lunga persistenza speziata. 


Un vino che ho trovate perfetto per il “MANGIO SOLO CRUDO” della Trattoria “alla Busa” di S. Martino di Venezze (RO); la mineralità ha ottimamente ha contrastato la grassezza indiretta che rilasciano i crostacei crudi, la giusta freschezza si è splendidamente contrapposta alla tendenza dolce generale e la grande persistenza gusto-olfattiva ha regolato il composito e delizioso impatto aromatico del pesce, veramente e meravigliosamente fresco.



P.S. Il retro etichetta contiene la menzione “Cremant d’ Alsace” ma credo sicuramente ad una gaffe dell’ importatore. 

05 febbraio 2016, Trattoria “alla Busa” di S. Martino di Venezze (RO) con Denis G.

venerdì 5 febbraio 2016

53 - Cucina : MOUSSE DI PESCE GATTO AL VINO BIANCO CON CAPONATINA LEGGERA E BACON CROCCANTE

MOUSSE DI PESCE GATTO
Dosi indicative 4 persone
200 gr filetto di pescegatto
60 gr panna 
1 uovo
poche gocce di limone
sale - pepe

Il filetto di pesce gatto

Salare e pepare leggermente i filetti di pesce gatto privati anche della pelle, e fare marinare per 2-3 ore completamente coperti di vino bianco secco con qualche goccia di limone.

Filetti im marinata di vino e (poco) limone!!

Scolare e frullare a crudo sino ad ottenere una crema a cui incorporerete ad uno alla volta i rossi d’uovo, poi la panna semi montata ed alla fine gli albumi montati a neve con lento movimento dal basso verso l’alto per non smontare la preparazione. Regolare di sale e pepe. 

La "mousse" è pronta
Con una sacca a poche riempire per 3/4 degli stampini di stagnola precedentemente imburrati. Cuocere in forno a bagnomaria a 200° x 30’ circa coprendo la placca con stagnola bucherellata per fare uscire il vapore. Servire tiepido. 

" in forno!! "

CAPONATINA LEGGERA
Dosi indicative 4 persone
1 grossa melanzana
1/4 di sedano a tacchetti sbollentato
1/6 olive nere snocciolate
1/2 pomodoro a cubetti
15 gr zucchero - 50 dl aceto di mele - poca uvetta rinvenuta in H2O e strizzata
2 cucchiai di cipolla tritata
sale - pepe - olio

Spadellare le melanzane a tocchetti con poco olio, sale e poco pepe, tenere da parte. In una padella fate andare con poco olio la cipolla tritata ed i tocchetti di sedano sbollentati, prima che la cipolla prenda colore aggiungere i cubetti di pomodoro, un po’ d’acqua e cuocere per i classici 20’ circa. Aggiungere l’aceto, lo zucchero, i pinoli e l’uvetta, fare andare sino alla completa evaporazione dell’aceto. Aggiungere le melanzane spadellate e mescolare leggermente le preparazioni.

BACON CROCCANTE 
In una padella fare tostare il bacon a fuoco alto senza null’altro. 


Il piatto è servito!!

IL PIATTO
Porre il “tortino” di pesce gatto tiepido, un paio di cucchiaiate di caponatina  e guarnire superiormente con la fetta di bacon croccante.

Il piatto è stato presentato tre volte in diverse manifestazioni: 

ENOZIONI N. 4
Trattoria “ai Trani” di Rovigo il 25 maggio 2006 in una serata a tema denominata “VINI MORBIDI E PESCI D’ACQUA DOLCE”.
Vino in abbinamento: BOMBINO BIANCO - IGT PUGLIA (TORREVENTO)

ENRICO E L’INGEGNERE N. 3
Trattoria “al Ponte” di Lusia (RO) il 28 giugno 2013 in una serata denominata “A VOLTE RITORNANO ….”
Vino in abbinamento: LISON CLASSICO - DOCG LISON (MOLETTO)

LA CUCINA CREATIVA DI ULISSE AVANZI INCONTRA I VINI DELL’ABAZIA DI PRAGLIA
RISTORANTE “Dispensa Ferrari” di Rovigo il 03 febbraio 2016 in una serata della Associazione Italiana Sommelier di Rovigo.
Vino in abbinamento: SOLLEMNIS Colli Euganei Fior d’Arancio SECCO DOCG (ABAZIA DI PRAGLIA)