giovedì 31 luglio 2014

Vino (95) - Les Jardins de Babylone 2010


Domaine Didier Dagueneau - Aubertin (Aquitania)
Denominazione: Jurançon
Uvaggio : Petit Manseng - Gros Manseng - Petit Courbu
Gradazione : 11,5 %Vol

Questo vigneto 3 ettari si trova a terrazze sulle pendici del villaggio di Aubertin (zona francese dei Pirenei) ed è una creazione di Didier Dagueneau quel mostro sacro del Pouilly-fumé (lo straordinario Sauvignon della Loira) prematuramente scomparso in un incidente nel 2008 a soli 52 anni.


Il vino è ora fatto dal figlio Louis-Benjamin Dagueneau assieme al vignaiolo Guy Pautrat che ottengono così un vino dolce naturale a relativamente bassa gradazione alcolica e con sensazioni, specialmente gustative, fuori, ma fuori dal solito passito.
Si mostra subito di un giallo dorato, cristallino, di buona consistenza anche se non eccessiva in modo da intuire subito che la dolcezza si sarebbe giocata su note sfumate e per certi versi non usuali.


Un naso complesso di frutti tropicali, pesche bianche e, mai sentito così credibile, il mandarino.
In bocca, ciao-ciao, ingresso dolce, salivazione e quasi subito mineralità decisa, "dolce ma sapido" chissà cos'è sta roba: miele sfumato di terra (?): neologismo enologico o forse stupidaggine ma di fatto questo vino mi ha convogliato i pensieri in questa direzione ... sarà la vecchiaia!
Finale lunghissimo dove si percepisce il legno e forse una succosa mela verde che esce precisa nonostante la mineralità.



Ho senz'altro bevuto cose di maggior spessore ma così mai!!

Detto fatto, ho ordinato due crostini di crudo, non molto invecchiato: grande abbinamento percepito dopo una certa diffidenza iniziale ma la "succosa mineralità" del vino  e la "sapida tendenza dolce" del prosciutto giovane ci hanno proprio convinto a conclusione di una esperienza degna di definirsi tale.



25.07.2014 - Osteria "ai Trani" a Rovigo con il fortunato Pietro C. - era forse meglio averlo bevuto fra qualche anno .... ne ho un'altra bottiglia.

mercoledì 23 luglio 2014

42 - Cucina: SORBETTI GORGONZOLA & VIN SANTO


Le granite (sorbetti) accompagnano sempre le mie serate e sono di norma servite prima del piatto forte; la loro preparazione è assolutamente artigianale e non necessita di macchine per gelato o simili ma solo di un freezer e di un cucchiaio di ferro per mescolare il composto mentre ghiaccia.
La cremosità che si ottiene deriva dalla giusto rapporto acqua-zucchero; i cristallini di ghiaccio vengono lubrificati dallo sciroppo di zucchero, che li mantiene separati ed impedisce che crescano troppo, donando così al sorbetto la sua cremosità caratteristica.

Provate questa intrigante (e semplice) preparazione nel dopocena in questa non eccessivamente torrida estate!

Sciroppo tipo
Il rapporto ottimale per questo sorbetto è di 1 parte di H2O e 1/2 parte di zucchero.
Si parte dal composto mescolato a freddo e si porta ed ebollizione prolungandola per qualche minuto.  

Sorbetto al Gorgonzola
Nello sciroppo ancora caldo sciogliere circa 1/8 in peso, rispetto allo sciroppo, di gorgonzola tagliato a tocchetti. Ottenuto un composto lattiginoso e ben amalgamato porre il composto in congelatore (meglio in un contenitore di acciaio) mescolando con un cucchiaio ogni mezz’ora sino alla giusta consistenza e cremosità.

Sorbetto Vin Santo (sx) e Gorgonzola (dx)

Sorbetto al Vin Santo
Nello sciroppo raffreddato aggiungere circa 1/5 in peso, rispetto allo sciroppo, di Vin Santo o Moscato Passito (ovvio di media qualità !!). Porre lo sciroppo ottenuto in congelatore e comportarsi come appena descritto per il Sorbetto al Gongorzola.

Servire i due sorbetti in due coppette distinte e consumare alternandoli tra di loro.


Questi sorbetti sono stati presentati in occasione della serie di appuntamenti chiamati ENOZIONI: La Cucina di Ulisse Avanzi all’ Osteria "Ai Trani" in Rovigo. In particolare si trattava di ENOZIONI 9  del 25.11.2010, serata intitolata: "FORMAGGIO ? .. NO!!! CUCINA AL FORMAGGIO".

sabato 19 luglio 2014

Vino (94) - SACRISASSI ROSSO 2011 DOC Friuli Colli Orientali


Azienda agricola Le Due Terre - Prepotto (UD) 
Uvaggio :50% Refosco e 50% Schioppettino
Gradazione : 14%Vol

Vino importante che nasce da un "connubio friulano", fra i profumi intensi del Refosco e l'alcolica tannicità dello Schiopettino.


Un vino di colore rosso rubino, consistente, che si fa attraversare a fatica dalla luce che ne esalta ancora i riflessi violacei.
Presenta un naso complesso e di buona persistenza con le note speziate che in prima battuta portano al pepe verde ed ai chiodi di garofano.
Con la diluizione dovuta la lento movimento escono le sensazioni ancora più evolute di cuoio e cioccolato al latte; si percepisce netto un finale erbaceo di fieno.
Un vino che deriva da uva trattate in vigna solo con rame e zolfo, vinificato con cura maniacale ma senza lieviti selezionati o controlli di temperatura.     



In tale ottica al palato si conferma questa speziatura, per così dire grassa, non controllata, ancora appena appena spigolosa data la gioventù del vino.
I ricordi speziati qui si diluiscono portando verso sentori fruttati, persistenti che mi hanno ricordato, nel lungo finale la mandorla lievemente amara. 


Lo abbiamo accompagnato con un "fiorentina" (olandese ma di grande qualità) cotta al "giusto" sangue (quando si vede ma non cola), apprezzando la buona fusione (non ottima!!) fra la succulente struttura del piatto e, per così dire, la "tannica morbidezza" del vino.

05 luglio 2014, Badia Polesine, via Vittorio Veneto, con Marco T.  

lunedì 7 luglio 2014

Vino (93) - Chablis Premier Cru Beauroy 2010


Domaine : Domaine Hamelin - Lignorelles - Bourgogne 
Appellation : Chablis
Vin blanc - AOC - Cépage : Chardonnay 12,5% vol.

I Premier Cru bianchi di Borgogna hanno la caratteristica di essere per così dire "di pronta beva", cioè possono essere consumati quasi subito (diciamo almeno 2 anni!) in quanto la freschezza e la mineralità non sono estreme da renderlo completamente spigoloso.
E' chiaro che il potenziale di invecchiamento è eccellente e il massimo si ottiene, di norma, dopo almeno 5 anni ed oltre.


Altro discorso per i Grand Cru, che bevuti a queste età, porta all'arresto per infanticidio .... ma andiamo oltre.
Brillante è il giallo che mostra il nostro vino nel bicchiere, con attenzione si osservano sporadici riflessi verdolini, decisamente consistente fornisce immediatamente una sensazione di grande struttura.
Un naso complesso, già a 4 anni, di frutta evoluta, che non copre però una rotondo bouquet di fiori bianchi di acacia e biancospino ed una leggera rosa gialla ... sorprendente!
Quello che stupisce al palato è una rotondità per così dire "audace", nel senso che nulla manca delle parti dure, freschezza e spiccata mineralità, ma in uno strepitoso contesto vellutato.


Pensate che in questa appiccicosa domenica di luglio, su una pizza, bufala e acciughe (ben sapendo quello che stavo facendo), ho abbinato questo Chablis Hamelin 2010 ottenendo un risultato, sperato, ma che mi ha comunque stupito, tanto che per la prima volta allego a questa scheda il grafico di abbinamento AIS (che normalmente comunque elaboro); come si può vedere, al di la di ogni congettura, lo stesso ha fornito aree assolutamente identiche  (cibo + 4%!) in un raro abbinamento totalmente armonico. 


Pizza bufala, acciughe e Chablis Premier Cru .... "fin che dura"......   
   
06 luglio 2014, via X Luglio, Rovigo, con Matteo A.

venerdì 4 luglio 2014

Vino (92) : Extreme Spumante Metodo Classico Brut DOC 2011


Cave du Vin Blanc de Morgex et de la Salle
Uvaggio: 100% Prié Blanc
Alcol: 12,5% vol.

Un metodo Classico da Prié Blanc è un vitigno valdostano, ovviamente a bacca bianca, ancora a piede franco (non utilizza quindi il piede americano) e viene coltivato essenzialmente in altura attorno ai 1000 msm; è quindi è la massima espressione del "terroir du Mont Blanc". 


Definizione affascinante per un vitigno che viene di fatto sempre impiegato in purezza sfruttandone a fondo, nel metodo classico, tutte le caratteristiche di frescezza fondamentali per i vini che vanno rielaborati in bottiglia.
Questo che abbiamo assaggiato presentava ovviamente aspetto cristallino con bollicine fini (non finissime) di grande persistenza, una colorazione gialla con significativi riflessi verdolini che riportava senza indugio al biotipo blanc de Morgex, che ricordo, il Veronelli, definiva "uva di razza eccezionale". 
Quando si parla di nespola, al naso, si ruota di solito attorno a fresche sensazioni fruttate non ben definite, che in questo vino però hanno trovato una specifica tipicità che si somma, senza indugio, in seconda battuta, al kiwi e termina con una spiccata mineralità.


Anche le note di lievito sono ben presenti ad indicare un buon periodo di affinamento sui lieviti ed elaborazioni non estreme del vino base; un ulteriore grado di finezza olfattiva è inoltre garantito da sfumate sensazioni floreali, forse di glicine e tiglio.
In bocca l'effervescenza produce un attacco ben bilanciato anche se decisamente fresco, con ritorno di mineralità  e di note decisamente fruttate di mela e pera, poi agrumi con un finale ammandorlato preciso e per certi versi caratterizzante.


Eravamo di ritorno dalle votazioni AIS e questo vino, in ingresso, ci ha permesso di festeggiare (forse unici) prima di conoscere il risultato delle votazioni, quindi a prescindere, e questo di fatto è stato il bello di tutta questa situazione.
L'abbinamento con queste (foto) polpettine di pesce spatola, in crosta di nero di seppia su maionese alla curcuma .... beh mica male!

Polpettine di pesce spatola, in crosta di nero di seppia su maionese alla curcuma
Dimenticavo, era un menu tutto a base di pesce azzurro, grandi emozioni gustative e pochi soldi, quello che ci vuole in questo periodo!

23 giugno 2014, Ristorante "la Ragnatela" Scaltenigo di Mirano(VE), con Carlo M. e Giovanni B.