domenica 26 aprile 2015

Vino (117) - RECIOTO DELLA VALPOLICELLA CLASSICO 2001 - MONTECARIANO

Azienda: AZIENDA AGRICOLA MONTECARIANO - S. PIETRO IN CARIANO (VR)
Denominazione: RECIOTO DELLA VALPOLICELLA CLASSICO DOC (ora DOCG)
Vitigno :  Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 15%, Molinara, Pelara 15%.
Gradazione : 15,5 %Vol


Un Recioto da zona classica che ovviamente non teme il passare degli anni: questo 2001 si presenta ancora in piena forma nonostante più di 13 anni di riposo fra botte e bottiglia.
Colore rosso granato, giustamente concesso, grande consistenza.


Naso espressivo delle classiche note tipologiche, con amarena Fabbri, cioccolato, pepe bianco e lievemente floreale di rosa appassita, grande e complessa qualità olfattiva.
In bocca ingresso dolce ma non stucchevole, ancora poco poco tannico, deciso nelle sue note di eleganza gustativa verso la mandorla, ancora il cioccolato, il balsamico.
Chiusura stratificata che parte dal dolce non dolce e si connota alla fine su note minerali e di mandorla amara.



Un vino da meditazione, operazione che abbiamo praticato per la prima metà della bottiglia; il rimanente invece è stato abbinato con un validissimo plumcake dolce agli asparagi, con una nota appena “selvatica”, magnificamente accompagnata dalla personale morbidezza del vino.



24 Aprile 2015, trattoria “al Ponte” di Lusia (RO) con Marco T. e Luciano R.
  

domenica 19 aprile 2015

Vino (116) : CAVA D.O. BRUT ROSADO, ARESTEL

Bodegas: Arestel - Sant Sadurnì d’Anoia, Catalogna (Spagna)  
D.O. : CAVA D.O. BRUT 
Uvaggio: Monastrell 100%  
Gradazione alcolica: 11,5 % Vol.

Il grande successo del FRANCIACORTA in Italia porta alla considerevole produzione di circa 14 milioni di bottiglie annue.
Per dare una idea di cosa stiamo parlando la produzione spagnola di CAVA e dell’ordine di 240 milioni di bottiglie; avete letto bene!!
Un motivo ci sarà, oltre alla grande estensione dei vigneti Spagnoli , ed il motivo è da ricercare anche nello straordinario rapporto qualità-prezzo.


Questo CAVA BRUT ROSADO, da vitigno nobile Monastrell (Mourvèdre in Francia), da solo 12 mesi di sosta sui lieviti, da Supermercato, costa attorno a 3,00 €. (tre-euro) alla bottiglia regalando sane sensazioni di freschezza, gusto e piacevolezza.
Una vista splendida di un rosso ribes, pulito, luminoso, raro! Una effervescenza più che dignitosa con bolle non finissime ma di buona persistenza, comunque sufficientemente cremoso in bocca stante la consistenza del vino.
Gli aromi sono da raccontare, spiccati di ribes e primizia di fragola, con un floreale di rosa che si può trovare solo nei grandi Champagne Rosé Saignée (sanguinanti), non assemblati: un finale deciso di formaggio stracchino, forse yogurt. 


In bocca un ingresso piacevole ed abbastanza morbido, gioca su una buona freschezza, con un finale secco, deciso di frutta rossa che conduce ad una salivazione stratificata con un ricordo ancora di fragola.
Che dire, bere a questo livello tutti i giorni sembra economicamente possibile: anche il salame e la focaccia alle olive (rigorosamente da supermercato) hanno trovato giovamento della qualità di questo Metodo Classico!



18 aprile 2015, via X Luglio, Rovigo, in Famiglia.

domenica 12 aprile 2015

48 - Cucina : OSTRICHE GRATINATE (1)

Sono perfettamente d’accordo : ostriche belon, fin de claire o fin de claire verte vanno rigorosamente crude. Specialmente per queste ultime, affinate in presenza dell’alga chiamata “navicola blu” nei bacini costieri della Charente Marittime (costa atlantica francese a metà strada fra la Bretagna e Bordeaux), sarebbe azione riprovevole la vicinanza a qualsiasi fonte di calore.



Ma le nostre ostriche della sacca di Scardovari, insomma, forse, forse, con questa mia ricetta acquistano qualche punto in più.

Per 12 ostriche grandi
- burro 100 gr
- aglio e prezzemolo tritato
- vino bianco 20 gr
- pane grattugiato 50÷60 gr
- formaggio grana (da pasto) grattugiato 40÷50 gr
- olio evo, pepe q.b.

Lavorare il burro con l’aglio ed il prezzemolo tritati, formare un cilindro nella stagnola e porlo in frigo.
Aprire le ostriche lasciare un po' della loro acqua adoperando la parte più concava.
Mettere il vino bianco, una fettina di burro lavorato freddo, un po’ di pane grattugiato finendo poi con il formaggio, pepare leggermente.
Porre in forno in una pirofila a 170° per 5÷6 minuti e comunque sino a quando la parte superficiale avrà preso un bel colore dorato.


Le ostriche gratinate alla mia maniera (Realizzazione: Chef Enrico Rizzato - "al Ponte" di Lusia RO)

Questa preparazione è un classico di casa mia che servo con un vino fresco, morbido e profumato come ad esempio il Château Les Tuileries 2013, AOC Entre Deux Mers, una zona vinicola tra la Garonna e la Dordogna,  vino semplice ma molto adatto al piatto ricavato da un’uvaggio fra Sauvignon Blanc e Semillon. 





lunedì 6 aprile 2015

Vino(115) - Rkatsiteli-Grand Cru Tsarapi 2011 Georgia

Cantina: Our Wine - Kardanakhi (Georgia)
Regione vinicola : Kakheti
Uvaggio: Rkatsiteli (100%)  
Gradazione alcolica: 12,50 % Vol.

Il retro etichetta riporta “FERMENTED AND MATURED IN KVEVRI”; i kwevri sono contenitori in terracotta utilizzati in Georgia per la fermentazione dei mosti e la relativa vinificazione che vengono interrati per ridurre l’ossidazione e per il controllo sulle temperature appunto fornito dal terreno.


Essenzialmente si possono definire due metodi di produzione, quello denominato “Imereti” nel quale la fermentazione avviene con un contatto di circa il 10% delle vinacce in modo da ottenere vini grosso modo simili ai nostri.
Il secondo modo si chiama “Kakheti” dove la fermentazione e la maturazione avviene in presenza di raspi, vinacce e bucce in modo tale da ottenere dei vini selvatici, particolari, estremi.
Il vino in questione appartiene appunto a quest’ultima metodologia ed è ricavato da un antichissimo vitigno il “Rkatsiteli” le cui origini si perdono nella notte dei tempi, che in relazione alla straordinaria carica di acidità viene raccolto oltre la metà di ottobre, stagione permettendo.


E' anche coltivata in Australia e negli Stati Uniti orientali, principalmente nella regione dei Finger Lakes di Stato di New York, New Jersey e in Virginia. Ci sono stati anche alcuni impianti sperimentali in California, The Grand Valley AVA del Colorado e in Cina (dove l'uva è conosciuta come Baiyu).
Si parlava di vini estremi e questo “modestamente lo era” come direbbe Totò, sorso selvatico da una mineralità devastante; opaco e pieno di sedimenti (che con attenzione ho lasciato per la maggior parte in bottiglia) si è presentato di un colore decisamente arancione.


Un naso insolito ha ricondotto la mente alla polvere, alle fornaci ma anche a frutta acerba come susina ed albicocca. Un lungo finale etereo ha ricordato lo smalto e l’acetone.
In bocca siamo usciti dagli schemi, oltre alla ricordata mineralità, si è sviluppato un potenziale strutturato con salinità preponderante su una base speziata di zenzero ed asparago.
Lo so! sono affascinato da questi vini ma l’abbinamento con la “pasta lievitata” di Simone Padoan, che dava sensazione di grassezza per la presenza di  burrata e crudo di mazzancolla, mi ha convinto di avere decisamente ragione; ragione confermata poi dalla preparazione che ha seguito, con crudo di cappasanta, radicchio amaro, crema di pistacchio e cappero, polvere di rapa. Sic!



Pasqua 2015, “Ai Tigli” di San Bonifacio (VR) con Maria L., Donatella A, Marta A., Luciano Z., Cristiano Z., Matteo A. 

sabato 4 aprile 2015

Vino (114) : NONAME 2013

Azienda: Altavia,  Località ARCAGNA - DOLCEACQUA (IM)
Denominazione: Vino da tavola
Vitigno :  Vermentino e Viognier
Gradazione : 13,5 %Vol

Il Viognier è un vitigno a bacca bianca che proviene dalla Valle del Rodano settentrionale; da origine ad un vino particolare il Condrieu che comunque non ho mai bevuto.


Detto questo vi assicuro che questo taglio fra Viognier appunto ed il Vermentino coltivato in questa terra di confine con la Francia, fornisce un prodotto della meravigliosa freschezza, fortemente indirizzato al territorio, senza cedimenti; fermentazione e malolattica in acciaio lo confermano in pieno.
Frutta, frutta, frutta in questo vino che si presenta con un colore giallo paglierino chiaro e sfumature giallo verdolino, molto trasparente. Al naso esprime aromi intensi, puliti, gradevoli e raffinati che si aprono con note di pera, mela e ananas seguite da aromi di mandorla, biancospino, pesca, ginestra, rosmarino, susina . 


In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi. 
Il finale è persistente con ricordi di mela, susina e ananas. 


Un grande vino da pesce che ha “spiritualizzato” (come diceva il Veronelli) questo crudo di cappesante, uova di quaglia e ricci di mare che ho fortunatamente incontrato nello straordinario ristorante “A Spurcacciuna” di Savona.



06 marzo 2015, Ristorante “A Spurcacciuna” a Savona con Giovanni B.