Zona di produzione : Comune di Alfonsine (RA)
Dopo un grande alsaziano (*) un'altro autoctono "Figlio di un Bacco Minore" come si soleva dire, in realtà questo vino nasce da un' uva che non assomiglia a nessun altro vitigno e riconosciuta, dopo un lungo iter amministrativo (... e ti pare in Italia!), nel 1999 come Uva Longanesi che può fregiarsi dell'attributo IGT (indicazione geografica tipica).
Longanesi è la famiglia del ravennate che ha salvato questa uva dall'estinzione e "Bursôn" è il soprannome di Antonio Longanesi che per primo si è interessato al vitigno.
Già mi sono occupato di vini autoctoni rari (**) ma in questo caso si tratta di un vino che ha già conquistato un discreto mercato attorno la zona di produzione nel ravennate con centro indiscusso Bagnacavallo.
Un vino di color rosso granato profondo ma con riflessi violacei, che ho acquistato da un agricoltore di Alfonsine di ritorno da un viaggio di lavoro a Ravenna, che presenta una buona consistenza che segna il bicchiere con archetti decisi.
Al naso si presenta con sentori di frutta matura con ricordi di ciliegie, ribes e note selvatiche che ne confermano l'autenticità.
In bocca tannini presenti ma ben levigati, sensazione piacevole di alcolicità e discreta morbidezza con un finale abbastanza lungo ma che non tradisce una certa rusticità di insieme.
Non ho notizie ne sul grado alcolico, che comunque immagino significativo attorno ai 14 ÷ 15°, ne sull'anno di produzione che, in relazione al periodo di acquisto, dovrebbe essere attorno al 2009.
Un vino che può ancora invecchiare egregiamente e che ho abbinato in una domenica di fine anno, con dei "salami polesani di casa" (di recente regalo natalizio) cotti al forno (senza pelle mi raccomando!); un pane appena regalatomi (anche agli altri clienti!!) da Simone Padoan (celeberrima pizzeria "i Tigli") realmente cotto a legna e delle verdure grigliate hanno completato un menu rustico in perfetta linea con il vino degustato.
Link:
29 dicembre 2013, via X luglio a Rovigo, con la famiglia.
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