Luogo di produzione: Oaxaca - Messico meridionale
Tipologia: MEZCAL
Materia prima: Agave Espadin (30 tipi diversi)
Gradazione alcolica: Vol. 51,1%
Il MEZCAL è considerato il cugino rude e selvaggio della più famosa TEQUILA; differisce da quest’ultima per il fatto che è prodotto della sola parte centrale dell’Agave (piña) che viene cotta lentamente per 5 giorni con pietre infuocate in buche nel terreno.
Tale fatto dona al prodotto uno straordinario gusto-olfattivo affumicato di rara e introvabile eleganza quando, ovviamente, ci si imbatte in prodotti di qualità come senz’altro e successo nel caso in esame.
Per il nostro la fermentazione è naturale con lieviti aerobi in tini di legno. Il processo di fermentazione dura diversi giorni a seconda delle condizioni locali; la doppia distillazione avviene poi in alambicchi in argilla (fantastico!!).
Per aromatizzare certi tipi di MEZCAL viene depositata all'interno delle bottiglie una larva d'insetto che viene comunemente definito verme, ma è in realtà la larva di un coleottero; nulla di tutto questo nel prodotto da noi degustato.
Contrariamente alla maggior parte dei distillati il MEZCAL di pregio va consumato giovane per non nascondere gli straordinari selvaggi sentori originali: anche questo è il nostro caso.
Alla vista si presenta con grande limpidezza senza velature e senza particelle estranee, brillante e decisamente consistente.
Alla prima olfazione (nessuna rotazione e naso distante dal bordo del bicchiere) bei sentori vegetali, grassi, senza alcun tipo di note terziarie. Avvicinando il naso, ancora senza roteazione, si notano ancora profumi vegetali più netti di erba e floreali di acacia e giglio. Alle terza olfazione con il naso entro il bicchiere, ancora senza rotazioni sensibili per non eccitare l’alcol, netti sono i sentori agrumati ma ancor più presente è la ricordata nota affumicata che troveremo completa nella quarta olfazione, roteando leggermente il bicchiere, che ci porta inoltre verso fresche sensazioni speziate di pepe bianco non invasivo. Ho notato che la massiccia presenza di alcol comunque non ha inibito l’azione olfattiva che, come descritto, ha permesso di un buon ventaglio di riconoscimenti.
Il palato parte da piena sensazione alcolica, fumosa, che però lascia presto il posto ad una buona scivolosità, con qualcosa di “burroso” ed un finale, pur alcolico, che ricorda lo yogurt.
Mi sono ritrovato sorpreso, appagato, affumicato, arricchito da un mondo rurale non ancora scomparso.
20 febbraio 2016, “la Peca” a Lonigo (VI), con Carlo M.
Nessun commento:
Posta un commento