Cantina : Emilio Lustau - Jerez De La Frontera, Andalucia, Spain
Tipologia : Sherry Oloroso
Vitigno : Palomino Fino 100%
Alcol : 20,0 % Vol.
La “crianza”, che potremo tradurre con “affinamento”, indica lo stile con il quale vengono appunto affinati gli Sherry nella zona di Jerez de la Frontera in Andalusia (sud della Spagna). Semplificando si possono definire due tipi di “crianza”, la CRIANZA BIOLÓGICA in presenza di “flor” e la CRIANZA OXIDATIVA, dove la “flor” viene eliminata essenzialmente innalzando il grado alcolico del vino sopra i 17,0% vol.
La “flor” è lo strato di lieviti che si forma sulla superficie del vino all'interno della botte scolma, che di fatto protegge il vino dalla ossidazione ottenendo diversi stili di Sherry; il Fino, la Manzanilla e l’Amontillado sono prodotti in queste condizioni per così dire “biologiche”. Stili diversi, senza la presenza di “flor”, portano alla produzione di Sherry più scuri ed aromatici quali l’Oloroso, il Palo Cortado e il Pedro Ximenez.
Ma focalizziamo l’attenzione su questo OLOROSO, ottenuto senza “flor” dunque, la cui definizione ALMACENISTA indica che l’elaborazione del prodotto è avvenuta in straordinarie piccole cantine, da produttori “illuminati”, i cui prodotti sono poi acquistati e commercializzati da imprese più grandi come in questo caso dalla celeberrima Lustatu di Jerez De La Frontera.
Di color mogano chiaro, impegna il bicchiere con la sua infinita consistenza, facendosi attraversare dalla luce, rendendola brillante con verdi riflessi di bordo.
Olio di noce in primis, seguito dal caramello, dalle mandorle dolci della fiera, dalla nocciola si impongono nette alle prime olfazioni che in seguito, per diluizione, portano senz’altro alla scorza di arancio, al torrone, alla crème brulée, alla cannella: basta!!
Peraltro OLOROSO in spagnolo significa 'profumato' e questo “PATA DE GALLINA” ne ha ben d’onde; a proposito “PATA DE GALLINA” (zampa di gallina) è il segno schematico che i cantinieri disegnano sulle botti che contengono “Olorosos” di sicuro pregio.
E’ chiaro che questo prodotto non tradisce in bocca presentandosi liscio e “glicerico”, con il notevole alcol perfettamente amalgamato, morbido quindi, con sensazioni gusto-olfattive che spaziano fra “tutte le sfumature della nocciola” con un finale lunghissimo, minerale e polveroso che riporta al gesso di cui è fortunatamente ricco il suolo di Jerez.
Dopo la degustazione e catturate le sensazioni che ho cercato di descrivere, lo abbiamo abbinato a formaggi non erboranti, con i quali non sarebbe andato in sintonia, prolungando il piacere e la netta convinzione di aver avuto di fronte un grande vino.
20 febbraio 216, Superistorante “la Peca” a Lonigo (VI), con Carlo M.
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