domenica 3 gennaio 2021

Vino (331) : CHÂTEAU HAUT-BRION BLANC 1993

Domaine : Château Haut-Brion - Pessac FR
Denominazione : AOC Pessac-Léognan
Vitigno : 58% Semillon, 42% Sauvignon
Alcol: 12,5% Vol.
Nota: Grand Vin de Graves (Bordeaux)




Dopo tre giorni sono ancora esterrefatto da questo vino che acquistai nel '96 a Ferrara presso l'Enogalleria, pensavo che questa FINEANNO2020 fosse l’occasione per aprirlo, assaggiarlo e buttarlo via per liberare finalmente un posto nella cantinetta vini .... poi invece ha raggiunto il mio massimo per quanto riguarda un vino bianco secco! Sauvignon e Semillion quasi in parti uguali, mi hanno fatto capire quante cose ancora non so.

Leggo sul sito Château Haut-Brion: "1993 - una primavera mite ha permesso la rottura precoce del germoglio. All'inizio di giugno, molto favorevole ad una fioritura molto omogenea. L'inizio dell'estate è stato secco ma freddo. Agosto è stato bello, caldo e secco, e quindi particolarmente propizio all'invaiatura rapida e uniforme. Agosto fa il mosto come si suol dire, e infatti, nella maggior parte dei casi, nonostante le piogge storicamente elevate durante la vendemmia, è stato possibile raccogliere uve sorprendentemente sane e mature".




Sane e mature, accidenti, dopo circa 27 anni un sorso pieno, affascinante, privo di qualsiasi tipo di sensazione "fuori luogo", una magia che lascia un segno specialmente in chi, come me, non ha a che fare spesso "con questa qualità". 

Al naso "Pandispezie" puro, zenzero, scorza di arancia amara, "caffè" d'orzo, lieve cannella e noce moscata; oleoso alla rotazione, consistenza "fuori dal coro".
In bocca una sensazione di "elegante pienezza gustativa", la potenza del sorso non prevaricava le note speziate, morbide e piacevoli anche di mandorla tostata oltre che, ancora, cannella e zenzero che sorprendentemente dava una nota piccante, precisa in chiusura. Morbidezze e durezze in sorprendente equilibrio. Non si può inoltre non segnalare una traccia del Sauvignon, con note vegetali, anche muschiate e terrose classiche appunto dei Sauvignon invecchiati.



Certo che sembra superfluo parlare di abbinamento, questo è un vino da meditazione, ma essendo la sera di fine anno, una Paella, più o meno "alla mia maniera", ha continuato a "dare corda" al grande vino con stupefacente continuità. 





31 Dicembre 2020, #️⃣CHIUSINCASA, Rovigo, via X Luglio!!

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