Sono perfettamente d’accordo : ostriche belon, fin de claire o fin de claire verte vanno rigorosamente crude. Specialmente per queste ultime, affinate in presenza dell’alga chiamata “navicola blu” nei bacini costieri della Charente Marittime (costa atlantica francese a metà strada fra la Bretagna e Bordeaux), sarebbe azione riprovevole la vicinanza a qualsiasi fonte di calore.
Ma le nostre ostriche della sacca di Scardovari, insomma, forse, forse, con questa mia ricetta acquistano qualche punto in più.
Per 12 ostriche grandi
- burro 100 gr
- aglio e prezzemolo tritato
- vino bianco 20 gr
- pane grattugiato 50÷60 gr
- formaggio grana (da pasto) grattugiato 40÷50 gr
- olio evo, pepe q.b.
Lavorare il burro con l’aglio ed il prezzemolo tritati, formare un cilindro nella stagnola e porlo in frigo.
Aprire le ostriche lasciare un po' della loro acqua adoperando la parte più concava.
Mettere il vino bianco, una fettina di burro lavorato freddo, un po’ di pane grattugiato finendo poi con il formaggio, pepare leggermente.
Porre in forno in una pirofila a 170° per 5÷6 minuti e comunque sino a quando la parte superficiale avrà preso un bel colore dorato.
Le ostriche gratinate alla mia maniera (Realizzazione: Chef Enrico Rizzato - "al Ponte" di Lusia RO) |
Questa preparazione è un classico di casa mia che servo con un vino fresco, morbido e profumato come ad esempio il Château Les Tuileries 2013, AOC Entre Deux Mers, una zona vinicola tra la Garonna e la Dordogna, vino semplice ma molto adatto al piatto ricavato da un’uvaggio fra Sauvignon Blanc e Semillon.
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